L’8 marzo è stato lanciato uno sciopero internazionale delle donne contro il patriarcato. Ha senso parlare ancora di “condizione femminile”? Io credo che pochi argomenti come questi richiederebbero una approfondita discussione, perchè la condizione delle donne porta con sé tutta una serie di problemi di fondo da affrontare ancora.
Il primo: nonostante il nostro sia un paese democratico che spesso critica altre culture per le loro “arretratezze “ nei confronti delle donne, siamo molto lontani dalla parità economica dei salari, delle possibilità di carriera, della piena applicazione delle leggi, dall’uguaglianza, insomma.
Mentre si moltiplicano coloro che chiedono diritti individuali e si fanno battaglie per ottenerli, il diritto all’interruzione della gravidanza, la legge 194, non è applicata perchè i medici sono obbiettori. Inoltre l’immagine della donna è stata ulteriormente mercificata e prostituita. Le donne che un tempo avevano almeno la politica come ambito di impegno e terreno di parità, oggi vengono scelte in base ad un casting dai capi partito.
Devono essere di gradevole aspetto, pena l’esclusione dalla lista. La vecchia emancipazionista Ersilia Majno paragonava, ai primi del Novecento, la condizione delle operaie a quelle delle prostitute. Non solo le lavoratrici erogavano forza lavoro, ma il loro corpo era sempre esposto ai tentativi di approccio e di violazione da parte degli uomini.
Oggi le donne nell’immaginario maschile sono ovunque e sempre possibili oggetti delle avances degli uomini. Per ultimo il tema dei femminicidi. Una violenza simile ai danni di mogli, figlie, fidanzate da parte di uomini di tutte le età e condizioni sociali ci parla di un grande disordine nel rapporto tra i sessi e della necessità di discutere e ridefinire regole e spazi.
Quanto hanno pensato all’amore poeti, ma anche filosofi e pensatori, nel tentativo di spiegare un sentimento così particolare? Pensare non vuol dire reprimere, ma comprendere il significato e i limiti di un sentimento e del nostro rapporto con le emozioni che ci suscita.
Il disordine nasce oggi dalla confusione su ciò che significa libertà, fedeltà, gelosia, rispetto, passione, desiderio e amore, del degrado dell’immagine femminile ridotta ad oggetto di consumo. Ma al di là delle parole di circostanza quando qualcuna viene ammazzata, chi discute realmente di questi problemi? L’importante per questo sistema è che qualcuno entri nel negozio e compri il fiore giallo una volta all’anno. adg
Rispondi