Il 22 marzo si celebra la giornata mondiale dell’acqua. Il tema quest’anno è “La natura per l’acqua”.
“Non una sola goccia scenda al mare senza aver fecondato la terra o mosso una turbina”: questo era il motto di qualche generazione fa.
Oggi viviamo una gravissima situazione ambientale in cui il ciclo naturale dell’acqua è sempre di più messo in crisi. Le conseguenze sono la riduzione della disponibilità di acqua dolce di cui abbiamo bisogno per sopravvivere e il depauperamento dei suoli, dei fiumi, dei laghi e, quindi, dei nostri ecosistemi.
Per questo motivo è necessario e urgente un cambiamento culturale nei confronti del valore dei corsi d’acqua e delle fonti sotterranee che si devono considerare primariamente per la conservazione dell’ecosistema, la generale necessità del mantenimento della loro purezza e libera scorrevolezza. L’acqua non è una merce, ogni sottrazione di essa, è uno spreco. Purtroppo ancora oggi prevale invece la filosofia “mercificatoria”, cioè dell’acqua e della natura come una merce da “usare” e non come un bene comune della Terra, come fonte di vita e quindi come un “capitale naturale” sul quale investire a livello economico e finanziario.
Veniamo all’Isonzo, il nostro meraviglioso fiume verde smeraldo lungo 137 chilometri che nasce nella zona alpina della Slovenia occidentale e sfocia in Italia, nell’Adriatico. Ricordo che già nel corso medio dell’Isonzo le caratteristiche di alcuni tratti del fiume hanno consentito la costruzione di alcune dighe per la produzione dell’energia elettrica: si tratta delle centrali idroelettriche di Doblar, Plave e Solkan nonché la pompa idroelettrica di Avče.
Oggi, nella parte italiana, preoccupa il silenzio sui progetti di cinque centraline idroelettriche proposte a Gorizia distintamente dalla Domus Brenta srl e dal Consorzio di Bonifica Pianura Isontina, segnatamente due impianti che verrebbero collocati sotto la passerella di Straccis, due sulla traversa a meridione del ponte IX Agosto e una sul “cubo” nel parco di Piuma.
A lanciare l’allarme e a monitorare la situazione le associazioni ambientaliste locali Eugenio Rosmann, Fiume Isonzo, Legambiente Gorizia e Monfalcone e Save the Soča.
Gli impatti potenziali di queste nuove centraline potrebbero determinare una modifica dello status quo ambientale del corso d’acqua, potenzialmente non in linea con il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale imposti dalla direttiva comunitaria sulle acque. Da valutare le conseguenze relativamente alle variazioni morfologiche dell’alveo e della riduzione dell’habitat fluviale e per il fatto che il fiume è caratterizzato dalla presenza di altre derivazioni a scopo irriguo idroelettrico nella stessa area.
Si ricorda, infine, che i bacini idroelettrici sono particolarmente invasivi per il fatto che devono essere svuotati periodicamente per rimuovere i sedimenti accumulati. Proprio tra gennaio e marzo sono state rilasciate tonnellate di sedimenti depositati sul fondo del bacino di Santa Lucia d’Isonzo/Most na Soči, cosa che ha causato grande preoccupazione sia nel tratto sloveno che quello italiano a causa del rischio di compromissione della fauna ittica.
Infatti i detriti fini vengono sostanzialmente diluiti nell’acqua del fiume che scende a valle. Questi sedimenti tendono a depositarsi sui fondali sassosi, e rischiano di azzerare la vita del fondale nel medio corso in Slovenia e poi Italia e quindi mettere a rischio la riproduzione ad esempio della trota marmorata (specie protetta dalla Direttiva Habitat) che ha depositato le uova in questo periodo. Per altro i sedimenti contengono senz’altro anche mercurio accumulatosi naturalmente.
Dunque 22 marzo 2018: “La natura per l’acqua”! Anche noi del Forum Gorizia, allora, siamo presenti oggi sulle rive dell’Isonzo, a Gorizia in località Piuma, insieme a tanti altri cittadini e alle associazioni ambientaliste per ascoltare il messaggio, molto semplice e chiaro, lanciato dal fiume: Voglio scorrere libero! Stefano Cosolo
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