E così dopo decenni questo 25 aprile non sarà celebrato dal Comune di Monfalcone con le organizzazioni slovene che non sono state invitate. Scelta assolutamente fuori dalla storia visto che il Cantiere di Monfalcone è noto per essere stato fucina di scambi, lotte comuni, discussioni, collaborazioni, tra operai italiani, sloveni, croati, ecc. dato il grande bacino territoriale da cui provenivano i lavoratori.
I monfalconesi sono noti in Italia per il loro internazionalismo, cioè la loro attitudine politica a comprendere che, quando si condivide la stessa condizione lavorativa, si può essere amici e compagni. I lavoratori monfalconesi furono contro la guerra, contro il fascismo come forma politica di attacco alle loro condizioni di vita e combatterono per questo in tutta Europa, in Spagna, Francia, Austria, Belgio, come dimostra la storia dei Fontanot.
Al momento dell’occupazione italiana della Jugoslavia fu per loro ovvio combattere dalla parte degli sloveni. Durante la Resistenza l’intendenza Montes di Silvio Marcuzzi rifornì italiani e sloveni, gli sloveni aiutarono gli italiani a combattere, data la loro lunga esperienza e la conoscenza del territorio.
La caratteristica che rende unica la lotta di Liberazione in regione è proprio questo carattere composito, plurale; volere rendere il 25 aprile una data che respinge la complessità, talvolta conflittuale, di tale avvenimento, significa non solo essere fuori dalla storia ma creare una frattura con gli sloveni con cui è indispensabile collaborare, fare comuni progetti, pensare ad un territorio comune.
Il provincialismo, la chiusura e l’esclusione sono il contrario della tradizione operaia del Cantiere navale. adg
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