Una lunga e piacevole chiacchierata, ieri, con Igor Komel, su cosa potrà essere la sinistra in città e in regione dal 29 aprile in poi. Lo spunto, la manifestazione di sabato scorso che ha unito, con poche pedalate, Nova Gorica e Gorizia e le varie formazioni politiche dell’area di centro e sinistra delle due città.
A pochi giorni dal voto per la Regione, mi pare che una strada si intraveda: purché si sia disposti a prendere in considerazione che la città non finisce a casa rossa, ci sono progetti e visioni comuni che aspettano solo di essere portati avanti insieme. Progetti che mettono al centro il territorio e la sua unicità.
A sinistra, siamo liberi di creare una nuova forza. Simbolicamente, la bicicletta ha improvvisamente accorciato le distanze e ha permesso di cominciare a mettere via quel “noi e loro” che blocca ogni possibile incontro più profondo. Analogamente, di ciò che è stata la sinistra, resta la storia, ma concretamente e realisticamente sul territorio si è perso tutto: siamo anche qui tanti “noi è loro”.
Va creato qualcosa di nuovo, a mio modo di vedere di sovranazionale, di europeo, nel senso che deve puntare a creare una nuova Europa, non quella dell’euro ma quella degli europei. Abbiamo due grandi strumenti per fare ciò: la partecipazione quotidiana, e il voto.
A sinistra molti, me compreso, non si sentono rappresentati da nessuna forza politica. Credo tuttavia che non andare a votare sia un errore, che va contro la storia e i valori della sinistra, i diritti che la sinistra ha contribuito prima a riportare in vita e poi, dopo il 25 aprile, ad estendere, primo fra tutti il diritto di voto per le donne.
Mi mette sempre grande tristezza sapere che un elettore su due non vota per le regionali o per eleggere il proprio sindaco. La democrazia viene fortemente messa in discussione anche perché non la si esercita. Andiamo a votare, poi da lunedì mattina cominciamo a pedalare. Insieme. AP
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