Con questo post invito ad una riflessione sull’attuale situazione sociale e su una certa idea di una parte della politica. L’intento è di stimolare un dibattito su questo argomento drammatico e urgente, non sufficientemente considerato e affrontato, secondo il mio pensiero, da gran parte dei rappresentanti politici che siedono in Consiglio comunali siano essi di maggioranza siano di minoranza.
Presupposto della riflessione: il drammatico decremento della popolazione di Gorizia, ormai sotto i 35 mila abitanti legato all’emigrazione verso altri comuni, anche all’estero, e il disagio sociale di molte persone e famiglie rimaste, in molti casi costrette a vivere sotto la soglia di povertà e senza prospettive di lavoro. Molte persone che non possono evidentemente nemmeno sognare una vita dignitosa, laddove per dignità significa semplicemente riuscire a mangiare, pagare le utenze domestiche e crescere i propri figli.
Occasione della riflessione: l’approvazione del Piano Economico Finanziario e della relazione sulla gestione del servizio gestioni rifiuti urbani e delle tariffe della tassa sui rifiuti (T.A.R.I.) e delle aliquote e detrazioni dell’Imposta Municipale Propria – I.M.U., del Tributo sui Servizi Indivisibili – T.A.S.I. e dell’Addizionale Comunale I.R.P.E.F. per l’anno 2018 avvenuta nelle sedute del Consiglio comunale del 27 e del 28 marzo e alcune prese di posizione, quella di Marco Rossi, consigliere comunale esponente del PD e del sindaco Rodolfo Ziberna di Forza Italia. Posizioni che tra l’altro, ad onor del vero, ricalcano luoghi comuni molto frequenti sui media e sui social.
Veniamo ai fatti.
In Consiglio comunale emerge che sul bilancio 2018 grava circa 1 milione di euro di tributi non pagati dei quali il Comune recupera solamente il 15,7 %. Marco Rossi solleva, a mio avviso legittimamente, dei dubbi sull’efficienza del servizio esterno di riscossione coattiva e rappresenta l’ipotesi che sia un ufficio comunale ad occuparsi di tale incombenza. Ciò che mi suona male però è l’attenzione che pone essenzialmente sull’aspetto dell’evasione, tant’è che in un post su facebook parla di “diritto dei cittadini onesti di non vedere buttati i soldi pubblici”.
D’altra parte, sulla stampa locale, a proposito dell’annosa questione della addizionale IRPEF, leggo le dichiarazioni del sindaco Ziberna (Forza Italia) che riporto testualmente “Sono sbalordito perché ancora una volta ci sono stati interventi della sinistra in cui si è criticato il fatto che, negli anni scorsi, non si sia voluto introdurre l’addizionale IRPEF. È incredibile che in un momento di crisi, con tante famiglie in difficoltà la sinistra pensi solamente ad aumentare le tasse. Ebbene noi non lo faremo e continueremo a evitare, per quanto possibile, di mettere le mani nelle tasche dei goriziani”.
Ora a me pare che queste due posizioni, solo in apparenza slegate, in realtà siano le due facce della stessa medaglia, ovvero di quella medaglia che, ben riconoscibile dalle locuzioni utilizzate quali “cittadini onesti” e “tasche dei goriziani”, riguarda quella sempre più esigua e fortunata classe sociale costituita dai c.d. benestanti e da quel che resta del c.d. “ceto medio” che possono ancora permettersi di essere “cittadini onesti” e di avere ancora “le tasche” e con qualcosa dentro. Categorie a cui evidentemente pensano e si rivolgono quando parlano, sia Rossi sia Ziberna: serbatoi elettorali, quelli del centro destra e del centro sinistra, seppure destinati a svuotarsi nel giro di qualche generazione, che sono oggi però ancora validi e, quindi, da tenersi buoni.
Il discorso sarebbe lungo e andrebbe corroborato da numeri e percentuali che solo l’assessora “unica custode del welfare goriziano” detiene in qualche segreta cassaforte e conosce.
Io, che come cittadino non ho le chiavi di nessuna “cassaforte”, ho trovato solo per caso una delibera di giunta, la numero 211 del 2017 che dà mandato all’ufficio legale di agire in giudizio nei confronti di alcuni cittadini per recuperare la somma di € 2.307,26 per mancato pagamento della mensa scolastica, dove si racconta che “tra la fine del 2010 e gennaio 2017 il Settore Servizi alla Persona – Servizi Educativi (ora Settore del Welfare comunale, Cultura eventi e turismo, Servizi alla Persona – Servizio delle attività educative e scolastiche) ha trasmesso in ventuno riprese all’Avvocatura Comunale complessivamente 390 pratiche (posizioni) concernenti debiti nei confronti dell’Ente da parte di genitori morosi nel pagamento di rette e/o tariffe relative a servizi educativi e/o scolastici (asili nido, scuole dell’infanzia, centri estivi, centro Lenassi, Ludoteca, refezione scolastica, ecc.) di cui i loro figli hanno fruito nel corso degli ultimi anni”.
Allora mi sovviene un dubbio: non sarà, penso, che tra questi genitori, come tra le altre persone che non hanno pagato i tributi locali, ci sia anche, non un “furbetto”, un “evasore”, un “disonesto”… ma semplicemente una persona in difficoltà, un padre, una madre di famiglia che incolpevolmente proprio non riescono a pagare tutte le bollette, imposte, asili nido, mense, contributi scolastici obbligatori, spese sanitarie e quant’altro?
Ecco sindaco Ziberna quei 570 mila euro (circa mezzo milione) che entravano fino al 2011 nelle casse del Comune attraverso l’addizionale comunale all’IRPEF nella misura pari a 0,1 punti percentuali, e che si potrebbero reintrodurre in un sistema progressivo a scaglioni per cui la singola aliquota viene applicata esclusivamente alla porzione di reddito che rientra nel relativo scaglione, lei li chiama “mettere le mani in tasca ai goriziani” io, che sono orgogliosamente di sinistra” li chiamo “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” sanciti dall’art. 2 della Costituzione.
Ricordo sommessamente che anche gli enti locali e quindi i sindaci fanno parte della Repubblica italiana ed hanno, quindi, il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (art. 3 Costituzione). I tributi, infatti, hanno anche funzioni extrafiscali, ovvero funzioni redistributive delle risorse.
Questo è il senso dell’addizionale comunale all’IRPEF introdotta nel 2005 dall’amministrazione Brancati poi eliminata nel 2012 da Romoli. E questo è il senso dell’intervento e del voto contrario del consigliere del Forum Andrea Picco. E anche il senso dell’intervento del consigliere Fabio Gentile che, facendo un evidente “outing politico”, visto che sono 10 anni che sta dalla parte della maggioranza, ha ammesso che l’addizionale comunale all’IRPEF ben potrebbe, anzi dovrebbe essere un “tributo di scopo” e di scopi ce ne sarebbero tanti, c’è solo l’imbarazzo della scelta! Stefano Cosolo
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