Oggi davanti al Cantiere di Monfalcone si sono ricordati i 503 morti della fabbrica, operai italiani e sloveni, i cui nomi sono incisi su un monumento pagato con i soldi del Consiglio di fabbrica. 503 lavoratori che, all’indomani del 8 settembre si mossero verso Gorizia per contrastare l’avanzata dei nazisti che occupavano e annettevano il territorio al confine orientale.
Altri operai morirono combattendo nelle brigate partigiane durante la Resistenza. Leggiamo i cognomi: si tratta di italiani e sloveni che in fabbrica avevano maturato gli stressi ideali di libertà, giustizia sociale, odio verso il regime che perseguitava gli oppositori politici.
Non invitare la rappresentanza dei combattenti sloveni per la ricorrenza del 25 aprile è un fatto gravissimo e fuori dalla storia. Nessuna amministrazione pubblica aveva sinora compiuto un simile gesto. Se oggi possiamo parlare e manifestare, se oggi viviamo in democrazia e con una Costituzione che attende ancora di essere applicata, lo dobbiamo al sacrificio di questi uomini e di queste donne che misero consapevolmente in palio la loro vita per raggiungere gli ideali in cui credevano.
La giunta a guida leghista non può continuare a dividere italiani, da stranieri, da sloveni. Monfalcone e Gorizia hanno pagato un prezzo elevatissimo perchè non ci fossero discriminazioni e tutti potessero vivere con libertà e dignità. Buon 25 aprile, festa della Liberazione, a tutti. adg
Rispondi