Venerdì 6 aprile si è svolta a Gorizia nel rione di Sant’Anna una “passeggiata di quartiere” organizzata dalla Cooperativa Sociale La Collina in partenariato con l’Azienda sanitaria, il Servizio sociale comunale e l’ATER, nell’ambito di una “ricerca azione” dedicata ad un’area della città, il quartiere di Sant’Anna appunto, per individuarne caratteristiche, punti di forza e fragilità nella prospettiva di futuri interventi diretti a migliorare il benessere delle persone che abitano o sono presenti per altre ragioni nella zona e sviluppare la coesione sociale.
Abbiamo avuto la fortuna di avere come guida don Alberto De Nadai, memoria storica di questo quartiere sviluppatosi a partire dagli anni Settanta, che ci ha raccontato dello sviluppo edilizio di quegli anni e delle relative trasformazioni non solo paesaggistiche ma anche sociali, di come all’epoca si svolgeva la socialità di quartiere, dei comitati e della parrocchia, istituto notoriamente supplente rispetto alla mancanza di infrastrutture sociali laiche. Ricorda don Alberto di come negli anni Settanta proprio nella zona dell’attuale supermercato, in via Garzarolli, si auspicasse la realizzazione di un centro sociale per soddisfare l’allora domanda di luoghi di aggregazione.
La passeggiata partita dalla Scuola media Ascoli ha imboccato la via Cipriani dove, ci racconta testimone diretto don Alberto, iniziò a svilupparsi il nuovo quartiere di Sant’Anna con la costruzione dei primi complessi condominiali rispetto al territorio di San Rocco. Raggiunto il piazzale della Chiesa si è poi proseguito con successive tappe all’istituto Contavalle, al Parco Marvin, al centro anziani di via Faidutti e alla scuola elementare G. Ungaretti, dove don Alberto, mostrando alcune foto risalenti al 1968, ci ha ricordato che, non essendoci ancora all’epoca la Chiesa, celebrava la messa domenicale.
Tornando al senso dell’evento, a cui hanno partecipato numerosi cittadini, è emersa senza dubbio tra i presenti la necessità di recuperare spazi del quartiere dove incontrarsi, instaurare relazioni, essere ascoltati e ascoltare, svolgere attività socializzanti e realizzare sul territorio quell’integrazione non solo tra i cittadini ma anche tra questi e le istituzioni pubbliche, che oggi non sembra essere particolarmente realizzata. Chiacchierando lungo le vie del quartiere non mancano gli spunti e gli esempi di attività che si potrebbero svolgere laddove si individuassero idonee strutture tra le quali piccoli laboratori artigianali, orti urbani, spazi per fare musica e teatro, sale di lettura, piccoli mercatini rionali e così via.
Parola d’ordine: inclusione ovvero accendere una luce sugli ostacoli che impediscono la piena partecipazione a tutti alla vita quotidiana di una comunità per conoscerli e superare. E sono tanti. Proprio passando per il Parco Marvin, per esempio, è subito venuto in mente che i parchi gioco andrebbero pensati e attrezzati affinché tutti i bambini vi possano accedere e compiere quelle esperienze di socializzazione fondamentali per la loro crescita. Purtroppo a Gorizia la cultura dell’inclusione non è ancora ben sviluppata e lo si è capito proprio dalla recente bocciatura in consiglio comunale della mozione “Gioco anch’io” che mirava proprio alla realizzazione dei parchi gioco inclusivi, evidentemente non ritenuta dalla maggioranza dei consiglieri comunali e dal sindaco di particolare rilevanza: anche a vedere le barriere architettoniche presenti lungo le strade del quartiere si capisce che, su questo tema, c’è molto da lavorare!
A conclusione della magnifica mattinata sentendo un po’ gli umori e le parole delle altre persone, penso sia rimasta in tutti i partecipanti la voglia e la convinzione che Sant’Anna è un quartiere pronto e desideroso di avviare un’esperienza di “microarea”, ovvero un programma di integrazione di interventi e servizi di vari enti pubblici e attori privati, finalizzato a svolgere attività di socializzazione, formative e ricreative, con l’obiettivo di favorire l’incontro e il dialogo tra le persone e prevenire così l’emarginazione e lo sviluppo di situazioni di conflitto.
Salute, come benessere psichico e fisico, rispetto e valorizzazione dell’ambiente in cui si vive ma anche democrazia partecipata, solidarietà e pari opportunità, questi sono gli elementi che immagino caratterizzino la sperimentazione delle microaree, aspetti e valori che in una società sempre più diseguale, individualista e distratta da falsi miti appaiono “rivoluzionari” e a portata di mano: sapremo recuperarli e attuarli?
Appuntamento a venerdì 8 giugno alle ore 16.00, dove nell’aula magna della scuola media Ascoli verrà presentato con una relazione finale il lavoro di “ricerca azione” svolto in questi mesi nel quartiere di Sant’Anna.
Insomma la “rivoluzione della felicità” a ben vedere è sotto casa, ai cittadini e alle istituzioni il piacevole e doveroso compito di compiere. Stefano Cosolo
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