Ieri al Forum, per rivendicare il nostro diritto di discutere sulle cose che ci riguardano, abbiamo preso in esame il nuovo Piano attuativo locale, appena elaborato ed emanato il 29/3/2018 con decreto dall’azienda sanitaria bassa friulana-isontina.
La situazione risulta critica in partenza: fuga di pazienti che, persa la fiducia , si rivolgono ad altre aziende ospedaliere, o verso il privato. Fuga di professionisti che preferiscono lavorare in realtà più grandi e strutturate, oppure nel settore privato, con conseguente scadimento della qualità dell’offerta pubblica. Bilanci in rosso, compensati dalla regione con risorse finanziarie che rappresentano non un’investimento per la realtà locale, quanto piuttosto un semplice giro di partita.
Se sulla carta ci si prefigge di ovviare a questi problemi, nella realtà sono proprio le politiche attuate a favorirne l’insorgere. Manca un piano che renda effettivamente interessanti e competitivi i servizi offerti dalla nostra realtà, ospedaliera e territoriale. E aumentano le convenzioni, cioè quegli accordi in base ai quali l’azienda sanitaria paga soggetti esterni per erogare prestazioni ai propri assistiti.
Si tratta appunto di denaro che permetterà a questi altri soggetti di strutturarsi meglio e svilupparsi, mentre il servizio pubblico continuerà a depotenziarsi.
Qualche cifra dai bilanci della nostra azienda sanitaria:
- anno 2015: 483.000 euro in uscita
- anno 2017: 493.000.000 euro in uscita.
Quindi dopo due anni di razionalizzazioni le spese invece che diminuire sono aumentate. Un controsenso se si dà per vera l’equazione secondo la quale “razionalizzazione = tagli = risparmi”.
La domanda che insorge è: come sono stati spesi quei 10 milioni in più?
Nel PAL 2018 si parla di un aumento di 165 unità sui posti letto riabilitativi in convenzione, una spesa che dunque si avvicina alla cifra in oggetto, e che non rappresenta certo un investimento strutturale nel servizio sanitario pubblico.
Quali le cause della cattiva gestione delle risorse pubbliche e del pressapochismo dei politici che dovrebbero tutelare noi e il nostro territorio?
Sicuramente è determinante il fatto che manchi una partecipazione dalla base.
Come espresso nel post precedente, sul PAL approvato nei giorni scorsi ci sarebbe dovuto essere il parere obbligatorio dei sindaci, che non c’è stato perché le cose sono state condotte dall’alto sin dall’inizio.
Il Consiglio comunale di Gorizia ad esempio non ha attivato una propria commissione che ne elaborasse le osservazioni, anzi, la bozza del documento e le relative trattative sono state tenute riservate, come se non fosse affare dei rappresentanti dei cittadini.
La Conferenza dei sindaci, prevista per il 6 aprile, dovrà dare il proprio parere, obbligatorio per la validazione del documento, ma si tratterà di una formalità che avallerà scelte fatte da altri.
E se dalla Conferenza dei sindaci, non provenisse alcun parere?
Anche considerare l’assenso come cosa scontata è una negazione della democrazia. DC
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