Come sempre la storia insegna. La festa del Primo Maggio nasce in seguito a lotte intensissime negli Stati Uniti d’America. Già nel 1866 i partiti della prima Internazionale avevano proposto la giornata di otto ore. “Otto ore per lavorare, otto ore per dormire, otto ore per pensare a se stessi” questo era lo slogan che doveva mobilitare gli operai contro un orario di lavoro di 12, 13, 14 ore giornaliere, in cui si sfruttavano i bambini, le donne, la forza lavoro di ogni colore della pelle e di ogni provenienza, cercando di mettere gli uni contro gli altri. Appena venti anni dopo questa richiesta venne esaudita.
A Chicago il Primo Maggio del 1886 i lavoratori che aderivano all’Internazionale e pubblicavano un giornale in cinque lingue per coinvolgere tutti gli immigrati promossero una grande manifestazione. I leader della lotta per le otto ore erano lavoratori di origine tedesca. La polizia attaccò il corteo e fece molti morti. Nei giorni successivi ci furono altre manifestazioni e presidi, sempre repressi dagli agenti della polizia. Il 4 maggio, durante un comizio, venne lanciata una bomba che uccise 11 persone, 7 poliziotti e 4 operai. Otto lavoratori anarchici, tra cui i dirigenti delle lotte dei giorni precedenti, furono arrestati e processati. Uno di essi si suicidò in carcere, tre ebbero la pena commutata in ergastolo, quattro furono impiccati e sono passati alla storia come i “martiri di Chicago”.
Dopo alcuni anni si apprese che gli imputati non c’entravano nulla con la bomba, gettata da un infiltrato. La morte dei quattro lavoratori sollevò una grande eco in tutta Europa e da allora il movimento operaio impose la data del primo maggio per celebrare la festa del lavoro che divenne ufficiale nel 1891. Ci vollero, come ho detto, molti anni perchè il movimento operaio comprendesse che gli immigrati, ma anche i neri e le donne, rappresentavano un potenziale di lotta enorme e che le discriminazioni indebolivano i lavoratori.
Dunque l’insegnamento per l’oggi è che bisogna superare non solo tutte le divisioni tra operai italiani e immigrati, ma bisogna che ai lavoratori si uniscano anche i precari, i giovani con contratto a tempo determinato, a progetto, gli apprendisti, quelli con contratto a chiamata. O la sinistra sarà in grado di unire tutti i lavoratori, abolendo le forme precarie di contrattazione, gli appalti e i sub appalti nelle industrie, o il Primo maggio diventerà soltanto una festa per i pensionati. adg
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