Dopo la soddisfazione di essere stati noi del blog del Forum a fornire per primi la prova del test dell’adrenalina per distinguere “destra”e “”sinistra” secondo criteri finalmente non generici, abbiamo la possibilità di conoscere un altro caso della sindrome descritta. Dopo la povera vittima che aveva visto “disubbidienti” dare da mangiare ad afghani e pakistani che magari non ne avevano diritto e che inevitabilmente gli ricordavano il terrorismo dei centri sociali, un altro caso si è verificato l’altro giorno.
Il primo cittadino è venuto a sapere che un richiedente asilo pakistano spacciava dosi di hashish a connazionali, ma anche ad italiani. L’aggravante del gesto è che lo spaccio avveniva sotto il monumento del Fante a riprova della salute della gioventù italiana, pronta a morire in guerra per la conquista e la difesa del territorio e del marciume di quella straniera, che abbandona la patria, i genitori e le donne e si abbandona alla pazza gioia nella nostra città, bighellonando, usando lo smartphone e vendendo droga, con azione corruttiva dei nostri valori occidentali che dovrebbero per primi rispettare, visto che sono ospiti.
Giustamente questo ha preoccupato il primo cittadino il quale ha correttamente dichiarato che le forze dell’ordine dovevano perseguire lo spacciatore. E’ giusto e legittimo farlo. Ma detto e fatto questo egli avrebbe potuto congedarsi dal giornalista e avviarsi verso le consuete cure, e invece no, in preda alla sindrome di adrenalina ha iniziato ad esternare il suo pensiero. E ha sbagliato, perchè sotto l’effetto di quelle contrazioni non si è lucidi.
Ha rimproverato al pakistano di nascondere le dosi “addirittura” tra i rovi e sugli alberi, invece di utilizzare il tascapane di stoffa colorato a tracolla che dagli anni’60 in poi è utilizzato dagli spacciatori e poi ha ripreso gli altri pakistani e stranieri tutti per la colpa di essere omertosi, perchè sapevano dello spaccio e non hanno denunciato il colpevole alla questura.
Diciamo che qui il terreno è molto scivoloso: ci sono a Gorizia solo spacciatori pakistani? Le statistiche dicono tutt’altro, ci sono moltissimi italiani che lo fanno, alcuni anche studenti delle scuole medie superiori. Allora coerentemente anche loro dovrebbero essere denunciati dai compagni cui passano gli spinelli, eppure questo accade raramente; inoltre, per curiosità, è stato denunciato chi ha dato la cocaina alla bella gente di Gorizia che ne faceva uso per feste private? Non risulta, come non risulta, dopo quella notizia, nessun provvedimento preso.
Chi erano i consumatori? Chi gli spacciatori? Perchè non ci sono foto che invece per il pakistano sono state fatte? Il cittadino deve sapere non solo i pericoli che gli derivano da frequentare il parco dove stazionano venditori di droga e palpeggiatori, ma anche i rischi di rivolgersi a professionisti che, sotto effetto di cocaina, non sono lucidi nel business. Ma i crimini dei colletti bianchi si sa che sono leggeri come piume e facilmente prescritti, mentre quelli dei colli neri prevedono punizioni esemplari.
Il primo cittadino comunque ci rassicura. Auspica che parlando con il presidente della regione si arrivi infine a creare “centri dove si impedisca agli stranieri l’invasione della città”. Ma cosa sono questi centri che dovrebbero garantire di “non vederli più in giro”? Carceri forse? Epperò la legge non lo prevede, ma non ne parliamo, non creiamo motivi di stress a chi ha già dovuto subire un severo trauma. Adg
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