Si è insediato da poco, ma non ha lesinato boutade degne di un cabarettista. Peccato che non ci sia nulla da ridere…
Il neo ministro dell’Interno, esponente di spicco del celodurismo, in preda a una sorta di orgasmo da posizione (non sessuale, ma di potere) ce l’ha adesso con la lobby dei difensori di ufficio. Dopo gli scafisti, dopo le Ong ecco che arrivano le toghe. Della serie a chi tocca nun se ‘ngrugna…
Ma cosa avrà partorito questa volta la mente eccelsa del nostro secondo (cronologicamente) Matteo nazionale?
Che gli avvocati difensori si arricchiscono grazie ai ricorsi contro i decreti di espulsione dei migranti. Il tutto con soldi pubblici (mi risulta che gli onorari dei difensori d’ufficio siano tutto fuorché ricchi).
Cosa comprendiamo immediatamente da una tale dichiarazione? Che forse il ministro è affetto da analfabetizzazione funzionale, ovvero è incapace di comprendere, valutare e usare le informazioni a disposizione nell’attuale società. Questa volta è la legge, domani chissà.
Annuncia con piglio minaccioso che ne parlerà con il ministro di Giustizia, noi preghiamo affinchè almeno quest’ultimo abbia un’infarinatura della materia.
Sia chiaro, la posizione del Forum sul delicato tema dell’immigrazione/accoglienza è arcinota; sappiamo perfettamente che non è condivisa da tutti, ma questo fa parte del normale gioco di dialettica politica.
Purchè di politica si tratti, nella sua accezione più profonda, e non la si confonda con il tifo da ultras, con vaneggiamenti, provocazioni, affermazioni tanto fallaci quanto pericolose, totalmente prive di un quadro assiologico di riferimento.
Salvini ha attaccato la difesa d’ufficio, dimostrando di non avere ben chiara la distinzione con il patrocinio a spese dello Stato e manifestando la sua scarsa capacità di comprendere i diritti costituzionali, che appartengono a tutta la collettività che, in quanto ministro, egli rappresenta.
La risposta della Consiglio Nazionale Forense non si è fatta attendere, richiamando all’attenzione dei cittadini creduloni quanto segue:
l’istituto della difesa d’ufficio non c’entra nulla con la materia della migrazione e delle richieste d’asilo. La difesa d’ufficio, strumento di democrazia avanzata, è garantita da tutte le carte dei diritti fondamentali nazionali e internazionali ed è riconosciuta come strumento a tutela di una difesa effettiva. Dunque è istituto che non va ne’ banalizzato ne’ volgarizzato, e comunque e in ogni caso è istituto proprio del processo penale e non è a carico dello Stato.
Il tema migrazione segue invece una procedura di natura amministrativa in una prima fase, dove neppure è prevista la presenza dell’avvocato, e una civilistica in sede di eventuale impugnazione di fronte a sezioni specializzate, dove interviene l’avvocato e dove il migrante può chiedere di essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato, istituto espressamente previsto dalla nostra Costituzione e, fra l’altro, dalla CEDU. La nostra Costituzione lo prevede al fine di scongiurare l’applicazione del “diritto di diseguaglianza” fissato dal regime fascista attraverso le leggi razziali e i tribunali speciali. Va detto che il patrocinio a spese dello Stato non viene riconosciuto automaticamente, ma risponde a rigorosi criteri, compresi quelli legati ad una non infondatezza della impugnazione.
La legge Orlando-Minniti del 2017 ha eliminato un grado di giudizio in questa materia, ha eliminato il diritto a comparire davanti al giudice dell’interessato, ha ridotto le sedi giudiziarie competenti a solo 26 (su 140 Tribunali) in tutta Italia. E’ a disposizione del Ministro dell’Interno, ma soprattutto a disposizione del Ministro della Giustizia, che dovrebbe essere quello competente per materia, il protocollo che il Consiglio Nazionale Forense ha sottoscritto con il Consiglio Superiore della Magistratura, per disciplinare al meglio queste procedure comprese le modalità di liquidazione del patrocinio a spese dello Stato.
Diffondo anche il comunicato di chi la materia la conosce, e piuttosto bene, l’Unione delle Camere Penali Italia.
Caro Ministro, lei lo conosce il detto “un bel tacer non fu mai scritto”? ElSa.
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