Caterina se ne va, sbattendo la porta di una maggioranza sempre più incerottata. Se una Oropallo lascia, ci sono parecchi bronzi senza palle che giorno dopo giorno manifestano sempre di più la loro insofferenza verso il re Solo, leoni nei corridoi e agnellini in aula dopo aver strappato l’ennesima promessa dal marinaio al timone.
L’imbarazzo cresce giorno dopo giorno, delibera ritirata dopo delibera ritirata. Ormai è chiaro che la somma di minoranze che tenta di amministrare la città tiene in ostaggio il sindaco, che cerca di accontentare in qualche modo chi lo minaccia di staccare la spina.
Oropallo, recentemente, era stata protagonista in consiglio di una proposta sostenuta dall’opposizione sulla riduzione delle indennità degli assessori contestuale a quella del gettone delle commissioni per i consiglieri: apriti cielo! I famosi costi della casta non si possono nemmeno portare in discussione. Addirittura tocca vedere il sindaco che si alza (e già lì…) e va dall’assessore a dirgli di ritirare la delibera perché un emendamento velenoso di Roldo (Forza Italia, cioè lo stesso partito del sindaco), se votato, porterebbe alla rivolta dei peones del gettone, che hanno in mano l’ossigeno della “giunta al termine”.
Caterina lascia, dunque. Oreti non alzerà più lo sguardo dal telefono e il telefono da sotto lo scranno per filmare i suoi interventi. Lei, entrata in pompa magna con un mazzo di rose rosse sul suo posto di consigliera, dopo un anno se ne va, delusa per il modo di intendere la politica della maggioranza: “per una parte significativa di essa ricoprire il suo ruolo significa comandare, e non lavorare insieme per degli obiettivi”. Difficile, quando non ne hai. Andrea Picco
All’avversaria leale, che si ritira delusa per non potersi adoperare fino in fondo per il raggiungimento degli obiettivi in cui credeva, penso sia doveroso concedere…l’onore delle armi. Il mio vecchio padre sosteneva che la politica è una cosa sporca. Considerato che se non ti omologhi, o ti fanno fuori o non resta che farsi da parte, temo che, sostanzialmente, avesse ragione.