Ma è possibile che questa fase politica sia del tutto negativa? Ci sarà qualcosa di positivo in cui sperare? Una cosa buona di sicuro c’è, cioè il fatto che sia definitivamente scomparsa la filosofia del bicchiere mezzo pieno, il rozzo ottimismo americano per cui dovevi essere sempre positivo, solare, al top, se no eri un gufo. Adesso per fortuna la depressione è stata sdoganata e molti si abbandonano alle diverse sfumature del nero, dall’inquietudine, alla preoccupazione, alla disillusione più cupa. Ma tra chi fruga nei solai alla ricerca dello Stern del nonno e chi chiede la mail dello spallone più fidato per portare i risparmi in Svizzera, ci sarà una via di mezzo?
Proviamo a mente fredda a vedere l’altra metà del bicchiere. Primo: nessuno potrà mai più dirci “te lo chiede l’Europa”. Tutti hanno compreso che l’economia non è una scienza “dura”, esatta come la matematica, ma essenzialmente “politica” come la storia, dunque risponde a rapporti di forza che si possono modificare. La caduta dell’Europa come un feticcio intoccabile è un aspetto senz’altro positivo. Prima chi lo diceva era accusato di sfascismo, irresponsabilità, ecc. Secondo: tutta la sinistra si è convinta che facendo le politiche della destra si riduce allo 0,5. In molti comincia a serpeggiare l’idea che si debba essere più radicali, diversi dagli altri e non assecondare supinamente le regole auree del mercato (come si fa poi, è tutto un altro discorso).
Terzo: si è diffusa la convinzione che le disuguaglianze non siano un effetto sgradevole ma necessario dei processi di globalizzazione, ma un problema da affrontare subito, anche con misure di sostegno a chi non ce la fa. Quarto: il fatto che richiamarsi alla massaia prolifica e alla demonizzazione dell’omosessualità ci riporta ad un’epoca che l’Italia ha superato definitivamente.
Le macerie hanno almeno lasciato qualche idea da cui chi vorrà potrà ripartire. Sento la risposta dell’ansioso divorato dal problema di Salvini ministro dell’Interno: so bene che è uno zoccolo duro difficile da digerire. Ma appunto è dal letame che è sempre nato il nostro bel fiore. adg
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