Augustin Breda, dirigente CGIL, è un operaio della Electrolux Italia di Susegana (TV), considerata una fabbrica che ha un buon rapporto con le maestranze, attenta alla salute e alla prevenzione degli incidenti. Breda invece verifica con i suoi compagni di lavoro e sulla sua pelle che le cose non stanno come dice l’azienda. Infatti dal 2008 al 2015 le malattie professionali in fabbrica sono notevolmente aumentate, i ritmi sono intensi e i carichi di lavoro fanno ammalare gli operai. Non è un’indagine facile: Augustin si rivolge prima all’Azienda Sanitaria, poi direttamente all’Università di Padova per dimostrare che i dati presentati dall’azienda non sono attendibili e che i carichi di lavoro non sono quelli certificati dalla direzione. Le cose stanno proprio come dice Breda e l’industria prende una contravvenzione per infrazione alle norme in materia di sicurezza e di igiene sul lavoro.
Ma il management la giura all’operaio che osa alzare la testa e farsi esperto della sua salute e di quella dei suoi colleghi, così lo denuncia per aver usufruito in maniera indebita dei permessi consentiti dalla legge 104/92. Breda perde il lavoro e affronta un processo che dopo un anno lo vede assolto. L’azienda lo deve reintegrare e pagargli tutto il periodo in cui non aveva lavorato.
Nell’anno di disoccupazione Augustin cura la spalla che gli faceva male per i movimenti intensi sulla catena di montaggio. Da sindacalista e operaio attento ha parlato della sua esperienza sabato 23 alla Casa del Popolo di via delle Monache e ha detto una cosa interessante.
La sua è un’esperienza paradigmatica: la crisi economica prodotta dalle banche è stata fatta pagare ai lavoratori e ai ceti medi con un taglio netto dei salari e dei servizi e con una perdita secca di diritti sul posto di lavoro. Come sosteneva Luciano Gallino la lotta di classe scatenata dai ricchi contro i poveri ha avuto rilevanti successi. Oggi del fatto che la crisi è servita ad arricchire una sparuta percentuale di privilegiati non parla quasi nessuno ed è questo uno dei motivi della crisi della sinistra: aver diffuso l’idea di essere tutti sulla stessa barca a fronteggiare eventi economici incontestabili e volontà dei poteri forti indiscutibili, come se si trattasse di verità scientifiche e non di scelte politiche. Grazie agli organizzatori. adg
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