E’ mancato ieri Domenico Losurdo, grande pensatore e storico delle idee, docente di Filosofia ad Urbino, marxista e membro fondatore del nuovo PCI. Per chi vuole uscire dal politicamente corretto e scoprire cosa veramente c’era dietro le primavere arabe, le guerre mediorientali, per chi vuole comprendere cos’è il neo colonialismo e le storture del sistema democratico nel nome del quale tanti delitti si sono commessi, le sue riflessioni sono fondamentali.
Il suo non è mai stato un pensiero “di moda” o “di sinistra”, eppure ha avuto sempre un carattere pragmatico, realistico, come quando sosteneva che il comunismo era quello che avevamo avuto sotto gli occhi, qualcosa di ovviamente perfettibile, perchè l’azione politica richiede tempo e prevede errori, non è il fantastico mondo di utopia o il sogno di una cosa, non è un pensiero religioso, ma il perseguimento giorno dopo giorno di un durissimo e contraddittorio percorso per migliorare le condizioni di vita dei poveri.
Aveva sempre sostenuto che la Cina non si poteva definire in modo sbrigativo un paese capitalista, soprattutto per la sua struttura politica e per la sua classe dirigente. Ricordava sempre che la Cina era stato uno dei paesi più poveri del mondo, con le donne costrette per secoli a deformarsi i piedi in nome di un concetto di bellezza imperiale, aggredito nel ‘800 dalle potenze occidentali che avevano introdotto nel paese tonnellate di oppio per rendere più malleabile la popolazione ad accettare colonie al suo interno. Aver tolto dalla povertà milioni di contadini ed aver portato il paese ad un ruolo di grande potenza era una conquista di cui essere orgogliosi.
Losurdo applicava nell’analisi dei sistemi politici il metodo comparativo. Il comunismo ha fatto cose cattive, d’accordo, ma nel paragone con le democrazie come ne esce? E sono le democrazie sistemi politici davvero moralmente superiori e dalle mani pulite? E qui l’analisi della politica degli Stati Uniti e dell’Inghilterra e delle altre potenze coloniali dalla seconda metà del ‘800 ad oggi, ne metteva in luce magagne terribili e sanguinose.
Il suo libro più controverso è stato sicuramente quello su Stalin. Storia e critica di una leggenda nera, in cui Losurdo certo non riabilitava il personaggio, ma cercava di comprenderne l’azione nel clima di accerchiamento e di minaccia in cui da anni l’URSS era costretta ad agire, circondata da potenze del tutto ostili.
Sul Gulag respingeva l’idea che fosse una struttura simile al lager, sia perchè non aveva come scopo l’eliminazione degli internati, sia perchè meno spietato di altri strumenti repressivi che i paesi occidentali avevano inventato contro gli schiavi neri o contro gli indiani d’America.
Molti non sono stati d’accordo con lui, anche se Losurdo era conosciuto e tradotto in tutto il mondo, ma di certo è stato un pensatore coraggioso ed originale, colto e documentato, che esprimeva un pensiero organico con cui confrontarsi era sempre un arricchimento. Anche da questi temi scomodi e irritanti dovrebbe ripartire un dibattito a sinistra. adg
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