Ma, esattamente, a cosa serve il Gect? È notizia di questi giorni che il presidente del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale lascia il proprio incarico, ufficialmente per sopraggiunte nuove sfide professionali.
Ma cosa ci può essere di più stimolante, di più prestigioso, di più allettante che guidare “il modello per la nuova Europa”, parole del Presidente sloveno Borut Pahor? La centrale di Krsko? Mah…
Pensare che non sia un problema di nuove sfide, come vuole venderla Ziberna, è il minimo sindacale. Ogni.volta che penso al Gect, mi viene in mente quello scherzo che si faceva da ragazzi ai compleanni: ci si presentava con un pacco, che aveva dentro un altro pacco, che aveva dentro un altro pacco e così avanti fino all’ultimo che aveva un biglietto con scritto Auguri!
Un megapacco con scritto Auguri, in pratica. 10 milioni e rotti di auguri, finora: vefete qualcosa, voi? E soprattutto: sapete
qualcosa, sui progetti che si faranno chissà quando e chissà perché proprio quelli? Lo strumento di per sé sarebbe validissimo, ma non così.
Zero coinvolgimento dei cittadini, zero progettazione partecipata, gran burocrazia, questo sì. Non servivano il Gect e dieci anni per dieci chilometri di ciclabile transfrontaliera di cui non si vede ancora nemmeno l’ombra , bastava qualche telefonata tra gli uffici tecnici dei comuni per decidere di che colore farla e dove incontrarsi per l’ultima pennellata.
Banalizzo, ovviamente, ma il senso della scatola piena solo di buone intenzioni resta. Vi lascio con un titolo: “Gect, aeroporto, turismo e Zese «Gorizia città delle opportunità»”
Era un anno fa, la presentazione del programma di Ziberna. Impietoso un anno dopo, lo so. AP
Daniele Del Bianco sarebbe miglior opzione….
O anche Matjaz Nemec!