Mogli in spalla, e di corsa a far acquisti. Tralascio i commenti sulla riuscita o meno della manifestazione e della notte bianca, ma il messaggio che si voleva mandare, qual è? Mi sembra legato ad un’idea che si sperava superata, in cui la donna stava a casa e aveva bisogno dei soldi del marito per ogni necessità, figuriamoci per gli sfizi. E l’uomo che lavorava, le “concedeva” il proprio denaro e il proprio tempo, “portandola” per negozi una volta ogni tanto. La donna è “moglie”, che l’uomo mantiene sulle proprie spalle, spalle forti di lavoratore.
Ora, a fronte di battaglie decennali, resiste invece questo stereotipo. Fosse anche in forma ironica, come per la manifestazione di sabato, comunque i riferimenti sono quelli e rimandano a una cultura così difficile da estirpare, nonostante le posizioni si siano spesso addirittura ribaltate e sia sovente la donna ad avere sulle spalle la famiglia. Eppure il punto di vista, la posizione da cui guardare le cose, è sempre quella maschile. Come abbiamo scelto le donne per i ruoli di assessore? Una bionda una bianca una mora e una rossa, disse un consigliere “scherzando” nel primo consiglio comunale, non capendo che oltre a non far ridere, il problema della battuta non stava nell’averla detta ma nell’averla pensata.
Nella testa di molti uomini è sempre l’uomo che sceglie, compra, paga, e la donna è oggettivizzata: scelta comprata pagata. Mogli in spalla allora, e via di corsa verso una vetusta idea di virilità. AP
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