Autobus che bruciano, percorsi con il mezzo che durano ore, buche, immondizie, ecc non sono in grado di assorbire tutta l’attenzione degli amministratori romani: urgente è invece lo sgombro dei rom del Camping River, dove stazionavano da anni.
Dopo l’incontro con Salvini, la Raggi si è affrettata a mandarci le forze dell’ordine, nonostante la Corte dei diritti dell’uomo (sulla quale Salvini ha speso parole ironiche) avesse consigliato di accertarsi dove gli sgombrati sarebbero stati alloggiati.
Infatti le soluzioni prevedevano o la concessione di un bonus del Comune per l’affitto di un appartamento (ipotesi naufragata subito per l’indisponibilità dei proprietari), o il rimpatrio volontario con sussidio di 3000 euro a persone che da tutta la vita vivono qui, oppure l’accoglienza di donne e bambini in centri assistenziali, ma senza gli uomini.
Dunque alternative che non sono state accettate e la conclusione sarà che i rom staranno per strada o si dirigeranno verso altri campi. La ricetta politica è sempre quella. Trovi una categoria, gruppo, ecc che sta sulle scatole a tanti per i miliardi di pregiudizi sul loro conto, inventi che sono il problema principale, anche se stanno nei quartieri romani da decenni, fai la voce grossa sul fatto che non mandano i bambini a scuola, rubacchiano, non lavorano, ecc. e scarichi su di loro la rabbia.
Certo i campi andavano chiusi, ma trovando soluzioni diverse e c’era tutto il tempo per farlo, ma siccome la città è sgovernata da parecchio, una soluzione distrattiva e di sicuro effetto è stata trovata. Quello che a me spaventa di più è il crescere nel paese di un sentimento che non chiamerei di indifferenza, ma di vero e proprio sadismo.
La vittima, il debole può infatti suscitare sentimenti di pena ma anche di forte aggressività e di rifiuto. Così davanti alle parole del Presidente della Repubblica che ha condannato il ferimento della bambina rom da parte di un uomo armato, il post di Mattarella è stato ricoperto di insulti di persone che difendevano non la bambina, ma l’aggressore.
Qui non c’è più solo indifferenza, ma un sentimento di compiacimento verso le violenze ai più deboli che corrode la società. E questi rappresentano il governo del cambiamento? A me pare di averli già incontrati, magari nei libri di storia, quando il manuale parlava degli orrori del Novecento. adg
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