Oggi vi raccontiamo una storia che parla di ideali, impegno, pazienza, amicizia e collaborazione.
Comincia a gennaio scorso, quando per la prima volta Beppe Casales viene a Gorizia. Uno di noi aveva avuto modo di conoscerlo e ci dice: “Perché non lo invitiamo a portare da noi il suo spettacolo”?
“Welcome”, andato in scena al Kulturni Dom, affrontava il tema scottante dei migranti e il periodo (gennaio 2018) coincideva con l’ennesima “emergenza” arrivi a Gorizia. Ci siamo lasciati con la voglia di ripetere l’esperienza.
“Perché non portiamo nuovamente Beppe a Gorizia, magari con uno spettacolo all’aperto”? Detto, fatto: scegliamo la data, la location, “prenotiamo” lo spettacolo, entusiasti e ignari (per fortuna!) di quello che ci aspettava.
Quante volte avrete pensato: “Perché in città non si organizza mai niente? Perché le occasioni di socializzazione sono sempre poche”? Beh, la risposta è che la burocrazia non è amica del cittadino volenteroso.
Eviteremo di elencare tutti gli adempimenti necessari per organizzare un evento all’aperto, ma in modo assolutamente non polemico (anche perché non sono decisi a livello locale) ci chiediamo se servano realmente per tutelare l’incolumità di ciascuno di noi o fungano esclusivamente da scaricabarile.
I giorni che ci separano dallo spettacolo sono scanditi da carte, file agli sportelli, attese, un po’ di nervosismo condito a frustrazione, ma anche da dimostrazioni di collaborazione e amicizia. Noi come gruppo siamo abituati a spenderci per portare avanti il nostro programma, non elettorale ma di società, ma in questa occasione sono state tante le persone esterne che ci hanno dato una mano, con il sorriso sulle labbra.
Non serve fare nomi anche perché potremmo dimenticare qualcuno: chi ci ha aiutato con la domanda, chi ha firmato le carte, chi ci ha suggerito dove reperire le sedute a norma, chi gli operatori antincendio. Grazie di cuore a tutti.
Grazie anche agli amici sloveni di Goriška.si, coorganizzatori della serata, che da subito hanno accolto con entusiasmo la nostra proposta. Siamo entrambi convinti che per le nostre città ci sia un futuro di unità che va ben oltre le parole.
Questo spettacolo, applauditissimo dal numeroso pubblico intervenuto (nonostante, spiace affermarlo, la totale mancanza di copertura stampa sul versante italiano), ha stimolato una riflessione collettiva. Di sicuro ognuno è tornato a casa diverso da come era venuto, impegnato a rielaborare personalmente quando visto e sentito.
C’è chi si sarà soffermato sulle migrazioni, chi sul razzismo, chi sulla storia che si ripete, chi sulla qualità della propria esistenza, chi sulla sua precarietà…
Noi ci limitiamo a questo: quando si hanno degli ideali, dei valori, delle progettualità, quando si è un gruppo coeso che si impegna per realizzarli, che fa delle relazioni il vero cardine attorno al quale costruire tutto il resto, il risultato lo si porta a casa sempre (che si tratti di uno spettacolo, ma anche, perchè no, del governo di una città).
A volte bisogna solo pazientare e non dimenticare che il tempo è nostro amico. ElSa.
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