Apprendo sconcertata dal quotidiano locale del licenziamento di 16 dipendenti di Fincantieri, fra i quali il sindacalista Gianpaolo Andrian, per il presunto abuso di permessi, tra cui quelli garantiti dalla legge 104/92 per l’assistenza ai familiari con handicap grave. A titolo di persona impegnata sui problemi della disabilità e dello svantaggio e come referente di familiari, non posso non esprimere la mia preoccupazione.
Ci tengo a precisare che l’assistenza ad una persona con invalidità consiste in un faticoso lavoro quotidiano di affiancamento, che non si esaurisce nell’affrontare le emergenze, o nell’accompagnamento alle visite mediche, bensì nel supporto costante e quotidiano sul piano materiale e morale, che si esplica in attività fra le più svariate, e che si diversificano a seconda del tipo di handicap e di problemi che la persona beneficiaria presenta. Si tratta di occuparsi della persona e affrontare assieme a lei i problemi che riguardano la sua vita, e ciò non si esaurisce in orari e luoghi definiti, e non implica necessariamente (e in senso letterale), la nostra presenza fisica, 24 ore su 24 accanto alla persona da tutelare, anche perché, se così effettivamente fosse, non potremmo nemmeno recarci a lavorare.
A fronte di ciò giudico molto grave che un datore di lavoro si arroghi il compito di valutare se i permessi garantiti dalla 104 siano stati fruiti per gli scopi previsti e per gli esiti da essa voluti.
Nel caso di una nostra assenza per malattia il datore di lavoro si avvale della consulenza professionale di un medico per valutare eventuali abusi. Invece qui, trattandosi dell’assistenza a persone invalide le cose vengono semplificate e Fincantieri, senza avvalersi di un organo competente in ambito di tutela alle persone con invalidità, e anzi, cosa ancor più grave, seguendo voci e indiscrezioni di corridoio, decide sommariamente che il lavoratore non ha prestato la dovuta assistenza al proprio familiare, ergo ha abusato del permesso, e pertanto va immediatamente sanzionato.
Esonerandomi dall’esprimermi in tema di diritti dei lavoratori, ma volendo concentrare il mio intervento sul tema della disabilità, considero tale modo di operare un grave segno di regresso di mentalità, di civiltà, e un affronto per il nostro sistema di tutele all’handicap, che storicamente, in Italia ha prodotto una legislazione all’avanguardia in ambito europeo e mondiale.
Daniela Careddu
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