Don Marotta, che se ne va a Cervignano, può dire finalmente quello che pensa sull’atteggiamento che esponenti di destra hanno avuto nei confronti dell’assegnazione delle case popolari e della (nulla) integrazione degli stranieri.
Soprattutto l’atteggiamento sull’assegnazione ATER è stato scandaloso, perchè gli amministratori hanno criticato un regolamento, consultabile on line, che sapevano che doveva essere applicato.
Invece di accettare quanto stabilito, tra l’altro con il loro contributo, essendo al governo della cosa pubblica e di ATER negli anni scorsi, attaccano la graduatoria e lo fanno in modo aggressivo e scomposto, come loro stile.
Non hanno capito, come non capisce il governo, che ormai non sono più capi popolo, ma rappresentanti delle istituzioni, che sono altra cosa dai partiti politici. Purtroppo, essendo ben abituati da una troppo lunga gestione del potere, pensano che partito, comune, stato, bar e trattoria siano la stessa cosa.
Don Marotta, che si è impegnato per gli stranieri con misura e moderazione, e a cui va tutto il nostro ringraziamento per le cose fatte, sfidando anche chi in parrocchia magari non la pensava come lui, da cristiano rileva gli stessi problemi che altri sottolineano da tempo.
In una situazione di così grave frammentazione del paese e della città, in una situazione di crisi economica come quella che stiamo attraversando, con i dati che dimostrano una dilagante povertà, ci si aspetterebbe dagli amministratori parole che sappiano unire la comunità, superare i conflitti, stemperare le aggressività.
Tutto il contrario viene fatto ed ogni occasione è buona per gettare benzina sul fuoco della lotta tra poveri, senza un progetto, senza una visione, badando solo a dare colpe. Quindi mai titolo fu più azzeccato: questi governanti locali e nazionali, anche se oggi momentaneamente mostrano di avere consenso, vedranno tra non molto mulinelli di vento sul loro capo. adg
Concordo, e sottoscrivo pienamente l’intervento di don Marotta su “Voce Isontina” dell’11 agosto. Egli è ed è stato in una posizione che permette di cogliere molti aspetti del nostro vivere (in)civile. Inoltre è una testa pensante ed equilibrata, quindi a differenza di ampi strati del cosiddetto “popolo” non beve la propaganda e la distribuzione di responsabilità che gli eletti del momento diffondono in continuazione e a piene mani, e per i quali val bene una vignetta di Altan. Un uomo chiede ad un altro: “Ma tu pensi prima di parlare?”, ottenendo in risposta “No, altrimenti perdo il filo.”
Purtroppo temo che ora don Marotta si vedrà piovere addosso risposte acide ed impertinenti, forse addirittura un classico delle tesi tossiche di Berlusconi, e cioè che in democrazia gli eletti si relazionano esclusivamente fra loro stessi, e quindi chi vuol “fare politica” si deve candidare e cercare di vincere, altrimenti la sua condotta è indecente. Tanto per deformare in modo grottesco il concetto di politica e togliere la parola a chi la pensa diversamente. Per quanto mi riguarda ho cancellato la parola “straniero” dal mio vocabolario.
concordo che doveva starsene zitto e pensare al pulpito e non alla politica.
CIIIIAOO