Le dichiarazioni della sindaca di Monfalcone ieri sulle clausole di concessione di sale comunali e oggi delle piazze lasciano sconcertati. Per quanto riguarda le sale pubbliche, esse saranno date ad associazioni che “rientrino con le loro attività nelle iniziative previste nella Relazione Previsionale e programmatica”.
In soldoni, come ricordava il sito El Watchdog, chi volesse parlare dei bambini stranieri rimasti fuori dalle scuole dell’infanzia in maniera critica non avrebbe accesso alle sale, oppure chi volesse celebrare i fenomeni di diserzione nella prima guerra mondiale dovrebbe pagare qualche sala privata, visto che invece il pensiero di Casa Pound ricorda solo i guerrieri italiani ed è molto ben accetto dall’amministrazione.
Ma oggi un’ altra chicca: le piazze saranno vietate “a chi arreca un danno alla pubblica immagine della città, veicola messaggi non appartenenti al comune sentire, se non anche ai limiti della volgarità e della pubblica decenza…”
Ora la presa di posizione può voler dire che non si fanno sfilate di moda in tanga, ma può anche voler dire che, avendo vinto la Lega le elezioni, il comune sentire è quello leghista e dunque manifestazioni di stranieri, che magari rivendicano l’apertura del loro centro culturale, non saranno consentite.
Il Piccolo afferma infatti che manifestazioni di Bengalesi che protestavano contro gli incidenti stradali di Dacca – in realtà una vera e propria rivolta giovanile sedata a colpi di manganello – potrebbero essere impedite.
Quello che inquieta chi ha a cuore la democrazia è che tutte le manifestazioni debbano essere conciliabili con la programmazione del comune. Il problema è che se qualcuno dissente dalla programmazione non potrà esprimersi in uno spazio pubblico, sarà un cittadino di serie b cui non saranno concessi gli stessi diritti di manifestazione del suo pensiero del cittadino di serie a.
D’altra parte chi in Biblioteca voleva leggersi il manifesto non lo ha potuto fare, perchè l’amministrazione non ha rinnovato l’abbonamento, rifatto poi da cittadini indignati che lo fanno arrivare a spese loro nella Biblioteca che è di tutti.
Insomma, cari lettori e amici, mi pare che il momento di mettersi insieme per discutere e ostacolare in ogni modo la deriva razzista e antidemocratica che sta prendendo il nostro territorio, e che ci riguarda tutti, non sia più rinviabile. adg
Quindi anche manifestazioni musicali di big stranieri, es Rolling Stones o Lady Gaga per citare due, non andrebbero permesse perché “veicola messaggi non appartenenti al comune sentire”?
nc
Il problema è stabilire se in questo paese esista un comune sentire. In una nazione e in una città dove il 50% della popolazione non va a votare e l’altro 50% vota partiti diversi è molto difficile stabilire cosa si senta insieme, quindi è ovvio che deciderà chi comanda
Perfettamente in linea con i comportamenti a livello regionale e nazionale. Senza parole.