Non sappiamo come finirà l’odissea della Diciotti e dei suoi 177 uomini, ma quello che abbiamo sentito ieri da Salvini in diretta facebook basta e avanza.
Il ministro dell’interno, che dovrebbe rappresentare la popolazione italiana, con un linguaggio da bar Sport, contemporaneamente fa la vittima dell’Europa (dove però lui appoggia i paesi più xenofobi che mai vorrebbero accogliere i migranti) e la vittima di poteri forti come quello del presidente della Repubblica che potrebbe imporre una scelta diversa dalla sua (ma che in realtà lui auspica per uscire dalla situazione in cui si è cacciato) e fa il il duro con 177 persone tenute su una nave italiana che non può approdare in porto italiano, nave della Guardia Costiera che fino a poco tempo fa era l’onore dello Stato e ora è trattata peggio di una dell’ONG.
Nella diretta ovviamente far capolino la figlia o il figlio in modo da far vedere al pubblico che in realtà il Capitano è sempre un buon papà (stile foto di famiglia di Berlusconi, rivolta allo spettatore).
Insomma il nostro stato non è in grado di gestire 177 persone in una situazione in cui a) il primo ministro Conte ha detto che il suo viaggio in Europa aveva cambiato gli equilibri e che le nazioni europee avrebbero adottato altre politiche di suddivisione dei migranti b) lo stesso Salvini aveva annunciato, al momento dei funerali di Genova, che aveva ridotto gli sbarchi dell’80%: dunque di che emergenza stiamo parlando?
La realtà triste del paese è che dal bullo di Rignano siamo passati al bullo della val Brembana, e che il popolo italiano subisce una perversa fascinazione da parte di personaggi di questo tipo.
Abbiamo saputo che l’agenzia che cura l’immagine social dei Salvini si chiama “La bestia”. In psicologia si chiamerebbe lapsus freudiano, in politica significa che questi studiosi analizzano il linguaggio “popolare” per farlo adottare dallo stesso Salvini, in modo da farlo sentire come “uno di noi”.
Parole semplici, stile aggressivo, concetti elementari, colpe tante e a tutti, ammissioni di errori zero, anche quando firma nel 2008 le concessioni alla Benetton, ma ora non se ne ricorda più. Se questo è il popolo italiano, ma ho i miei dubbi, bisogna avere paura di aprire fb, non di andare in Eritrea. adg
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