A me non piace la bici, io adoro la bici!
Lo ammetto, da piccolo ero indisciplinato, pedalavo sui marciapiedi, senza luce la notte, ho rischiato di farmi e fare male. Crescendo però sono diventato bravo, ho le luci, sto attento, rispetto tutti. Per primi i pedoni, lo sono spesso pure io. Per necessità le auto perché le temo.
…ah già, continuo a pedalare sui marciapiedi, perché la pista ciclabile lì sta!
1 agosto 2018, ore 10.30 circa
La data non è così importante, potrebbe essere un giorno qualsiasi nella vita di un ciclista goriziano.
Esco da casa in compagnia per delle commissioni. Naturalmente prendiamo la bici. Da notare che mentre facciamo questo non bruciamo preziosissimi combustibili fossili. Dettagli…
A Gorizia le piste ciclabili sono a spot, iniziano da qualche parte, forse su piani paralleli, compaiono e spariscono. Quando ci sono, le uso.
Pure quelle bizzarre e poco chiare come quella di corso Verdi che vede accadere ciò che segue.
La percorro quasi a passo d’uomo per non investire nessuno, dato che sono costantemente occupate dai pedoni. Segnalo la mia presenza con il campanello d’ordinanza, così la gente, malvolentieri, si sposta. Sento commenti dai bar secondo cui il marciapiede dovrebbe essere solo pedonale. Incasso i colpi e vado avanti.
Nel frattempo dall’altro lato della strada una macchina ferma mette in difficoltà il traffico, un’auto dei carabinieri fatica a farsi strada, ma questo va bene e fa parte della scenografia.
Vedo a 30 metri da me un “signore” che occupa la pista dove io ho il diritto e dovere di stare, quindi scampanello per fargli capire che sto arrivando.
A 20 metri non si è spostato di un centimetro, ma magari nel caos cittadino non mi ha sentito.
A 10 metri e col campanello che fuma, neanche si è girato per capire cosa sia quel suono.
A 5 metri forse percepisce che qualcuno lo sta disturbando.
A mezzo metro da lui mi fermo dicendogli che sta sulla ciclabile.
A 10 cm dalla mia faccia lui urla che non devo rompergli i coglioni.
Stessa distanza e gli ripeto che quella è la ciclabile ed io ho diritto di percorrerla, ma in risposta iniziano a volare bestemmie, a decibel che l’antischiamazzi, lévate…
Gli do del maleducato ma lui evidentemente se ne frega.
Proseguo e a qualche metro di distanza un uomo che sta scaricando roba da un furgone parcheggiato sul marciapiede si sposta e a mo di sfottò mi dice “prego”.
Questa purtroppo è la quotidianità goriziana, se esci in bici devi ringraziare di tornare a casa vivo. Se adotti un comportamento virtuoso vieni maltrattato, se usi l’auto per fare 100 metri invece nessuno si gira a dire che hai una visione del futuro eccessivamente ottimistica.
Viviamo nelle incongruenze, abbiamo semafori per le bici dove per passarci dovresti buttare giù tavolini del bar, alcuni bei tratti di ciclabile (ma sempre senza capo ne coda) che vengono utilizzati per parcheggiare l’auto mentre si compra il pane o si beve un caffè.
In tutto questo poi troviamo affissi qua e la per la città dei manifesti che sponsorizzano l’uso della bici. Non ricordo francamente se sia iniziativa del comune, spero di no, perché ci farebbe una pessima figura.
La maleducazione nella nostra città dilaga, il menefreghismo nei confronti del prossimo raggiunge livelli che non credevo possibili, al punto che anche le persone civili sono esasperate. Stiamo creando una spirale d’odio prendendocela sempre con il più debole, se poi è ciclista peggio. Francesco Gavosto
A questo punto, Ciusco, rimane solo il parlare con le mani!