Il crollo del ponte Morandi a Genova e il grande numero di vittime dà un senso di disperazione. Di nuovo tragedie dovute a “cedimento strutturale” di opere pubbliche completate appena nel 1967.
Si ha la sensazione che a cedere sia l’intero paese, fragile, abusato, speculato, mal costruito, lasciato all’incuria e alla speculazione. Abbiamo bisogno di una classe politica che si prenda davvero cura dell’Italia e che non butti via il tempo parlando di temi che non affrontano di petto drammi come questo.
Nella situazione italiana appare assurdo che ancora qualcuno parli di TAV, TAP, opere pubbliche costose, che assorbono risorse che andrebbero destinate in altra direzione. Siamo vicini alle vittime, ai soccorritori, all’intera città di Genova.
Com’era…? La favoletta del ponte Morandi?