Nuovi alloggi popolari, in una zona decentralizzata di Gorizia (Campagnuzza), la gran parte dei quali assegnata ad extracomunitari: albanesi, kosovari, nord africani… Chi non lo ha appreso dalla stampa, ha trovato di sicuro abbondanza di materiale su Facebook. In questi giorni su molte bacheche si parlava non di giorno di festa (per l’inaugurazione e conseguente assegnazione degli alloggi), bensì di lutto cittadino.
E’ facile cadere nel qualunquismo, da qualsiasi parte si guardi la faccenda. Sono convinta che concentrare tanti stranieri in un unico quartiere, peraltro periferico e privo di servizi, non sia una scelta felice, sia per i nuovi arrivati che faticheranno ancora di più a integrarsi realmente, sia per gli abitanti storici che assisteranno ad un cambiamento significativo della composizione della zona.
Come evitare tutto questo? Nessuno ha soluzioni facili da applicare hic et nunc, ma qualche idea può essere buttata sul piatto.
Perché in una città in cui siamo sempre di meno, invece di costruire ex novo, non si sistema ciò che già c’è? Questo avrebbe delle molteplici conseguenze positive: non si consumerebbe, inutilmente, altro suolo, si eviterebbe che l’eccesso di offerta di case comporti l’ulteriore abbassamento del costo al metro quadro, si migliorerebbe lo stato in cui versano molti edifici cittadini, e, tornando all’argomento di questo scritto, si utilizzerebbero gli spazi in maniera più sensata anche per quanto riguarda la presenza di stranieri.
A Gorizia di alloggi ce ne sono tanti, molti purtroppo fatiscenti, dislocati in diverse parti della città: perché non ripartire da questi, magari dando a chi ne ha le competenze la possibilità di rimetterli a posto? A chi giova continuare a costruire? A chi giova concentrare tanti stranieri in un unico quartiere dando l’idea, infondata, di invasione?
Cambiare si può, anche se la prospettiva è a lungo termine. Oggi, quello che si può fare è utilizzare il buon senso e cominciare ad agevolare e guardare con interesse alle meritevoli iniziative che si stanno organizzando nei quartieri.
Proprio ieri a Campagnuzza si è svolto “Gustiamo Campagnuzza. Parole e specialità in tavola”, con l’obiettivo di incontrarsi e condividere obiettivi e idee per la qualità della vita nel rione. Quale modo migliore per guardare la diversità come ricchezza e non soccombere alle nostre paure? ElSa.
Per me diversita è richezza, per quanto riguarda il timore di ghettizzazione non dovrebbe avvenire visto che sono di idivers etnie pertanto con usi e culture differenti che abbisognano loro stessi di conoscersi ed integrarsi. Per quanto riguarda la bufera scaturita al momento dell’assegnazione una domanda: ma le istituzioni che ci governano non sapevano che in Campagnanuzza si stavano costruendo abitazioni Ater? Ed erano a conoscenza , almeno me lo auguro, che esiste un regolamento da seguire dove viene stabilito quali sono le priorità per ottenere il diritto di acquisizione degli appartamenti? Se non erano d accordo perché, visto che molti degli attuali assessori erano gia presenti nella precedente amministrazione,non hanno cambiato tali regole sempre nel rispetto della Costituzione dove si dice che non si possono fare distinzioni per diverso colore della pelle, diverso credo politico e religioso ecc.ecc.La politica faccia il suo dovere nei riguardi di tutti i cittadini e aiuti gli stessi alla convivenza pacifica, basta odi e paure !