Oggi il ricordo va alla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, alle bombe che collocate alla stazione causarono la morte di 85 persone. Del reato furono accusati e condannati i fascisti Giusva Firoravanti e Francesca Mambro, che si dichiararono sempre non colpevoli di questo delitto. Di certo della stagione delle stragi si rischia non solo di saperne poco oggi, ma di non saperne proprio nulla domani.
La desecretazione delle carte inerenti a quel periodo è stata stabilita dal governo Renzi con un gesto apprezzabile. Non è possibile infatti non conoscere la storia d’Italia nel periodo (anni 70-80) in cui stava avvenendo un profondo cambiamento nei rapporti di forza tra le classi sociali. Riforme importantissime e fondamentali per il paese furono varate in quegli anni di mobilitazione e di lotte.
Le bombe, da Piazza Fontana in poi, cercarono di fermare il movimento composto da studenti, operai, tecnici, sanitari, insegnanti, ma anche soldati e poliziotti che rivendicavano cambiamenti radicali. Sarebbe stato utile sapere cosa veramente successe in quel decennio, peccato che selezione dei documenti da rendere pubblici è stata affidata a una commissione composta non solo da archivisti, ma anche da membri del Ministero degli Interni e della Difesa, nonché da esponenti dall’Arma dei Carabinieri, enti che furono coinvolti nei sospetti di connivenza e depistaggio.
Scelgono le carte da consultare coloro i quali hanno tutto l’interesse a nascondere la verità. Così tra qualche anno la lettura di quegli anni si limiterà alla descrizione di uno scontro tra fascisti e comunisti, dove lo stato doveva intervenire contro gli opposti estremismi. Peccato che le cose non stiano così e che Vincenzo Vinciguerra, unico reo confesso di una strage, quella di Peteano, racconti un’altra verità, mai smentita, dove le stragi erano direttamente pensate ed eseguite proprio da apparati dello Stato.
Ma oggi un pensiero va anche a quanto successe il 2 agosto del 1944. Quella notte ad Auschwitz furono sterminati 2897 rom e sinti presenti nel lager. Si trattò di uno dei momenti più tragici della storia della persecuzione della comunità nomade. Liliana Segre in Parlamento ha denunciato che il censimento dei rom presenti in Italia, di cui ha parlato Salvini, è simile a quello per cui fu agevole rastrellare gli ebrei e portarli in Germania.
Intanto la Raggi ha sgombrato un campo nomadi nell’indifferenza di larga parte dell’opinione pubblica e dei politici. Perchè alla fine è proprio così che funziona: ti vogliono indifferente e leggermente sadico, attento solo ai tuoi problemi, perchè se rialzi la testa insieme ad altri e chiedi qualcosa per tutti diventi uno “socialmente pericoloso” da tenere d’occhio. adg
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