In questo periodo si riscontrano diverse situazioni, posizioni e contrapposizioni sulla ciclabili cittadine.
Situazioni. Incidenti sulle rotonde (san Rocco e p.le Saba), davanti a supermercati (via don Bosco), soppressione ciclabile c.so Verdi in ZTL, nei tratti di corso Italia soggetti al rifacimento del marciapiede, di via Lunga, di viale XX Settembre, di via V. Veneto, il mancato ripristino della segnaletica orizzontale su tutta la “finta rete” ciclabile sbagliando, tra l’altro, la colorazione del tratto intorno la rotonda divisione Gorizia che è gialla invece di essere bianca.
Il servizio del TGR FVG, che erroneamente informa che Gorizia “è una delle città più attente alla mobilità sostenibile(!!!)” che raccoglie i commenti di chi usa la bici, la posizione della polizia locale ed altri soggetti
Posizioni. Incontri mobilità sostenibile in sala APT nell’edificio ferroviario e, più recentemente, al Trgovski dom, sull’economia che genera il cicloturismo. Lettere di cittadini che chiedono ciclabili che siano tali. Lettere di cittadini che si domandano perché non ripristinare la ciclabile nei tratti già conclusi negli infiniti lavori di rifacimento del corso. Le proteste espresse nei social network.
Contrapposizioni. Di alcuni operatori del commercio, che seppure la ciclabile è nata prima dell’invasione dei tavolini, agiscono, supportati dal Comune, come nella fiaba di Fedro:
Ad rivum eundem Lupus et Agnus venerant siti compulsi: superior stabat Lupus, longeque inferior Agnus: tunc fauce improba latro incitatus jurgii causam intulit. Cur, inquit, turbulentam fecisti mihi istam bibenti? Laniger contra timens, qui possum, quaeso, facere quod quereris, Lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor. Repulsus ille veritatis viribus, ante hos sex menses male, ait, dixisti mihi. Respondit Agnus: equidem natus non eram. Pater hercle tuus, inquit, maledixit mihi. Atque ita correptum lacerat injusta nece.
Haec popter illos scripta est homines fabula, qui fictis causis innocentes opprimunt.
Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l’agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: “Perché osi intorbidarmi l’acqua?”
L’agnello tremando rispose: “Come posso fare questo se l’acqua scorre da te a me?”
“E’ vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole”.
“Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato”.
“Allora” riprese il lupo “fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie”. Quindi saltò addosso all’agnello e se lo mangiò.
Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.
Del (non nostro) sindaco di Gorizia che, sempre attraverso i social (FB) afferma sulla provvisorietà della disposizione, quando il messaggio è chiaro, con tutte le azioni riportate all’inizio, ovvero di limitare o, peggio, sopprimere le ciclabili in altre parole di non valutare con serietà l’efficacia della mobilità sostenibile.
Chi va in bici non è provvisorio ad eventuali incidenti che, come scritto sopra, sono già avvenuti.
I cittadini che usano la bici, non gli amanti della bicicletta, non portano inquinamento, fanno bene alla propria salute, fanno acquisti in città, liberano parcheggi. E’ necessario pretendere che si realizzi al più presto una adeguata rete ciclabile, anche internazionale e, non ultimo, per far si che Gorizia diventi un comune ciclabile (vedi Pesaro e Bolzano) ed attrattivo ai cicloturisti. NC
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