“L’inquinamento atmosferico ambientale è una delle principali cause di malattie non trasmissibili a livello globale.”
E’ quanto si afferma in un articolo di revisione della letteratura appena pubblicato su European Heart Journal. E’ ormai accertato che la maggior parte delle morti e delle malattie causate dall’inquinamento atmosferico è dovuta a disturbi cardiovascolari. Diversi inquinanti atmosferici particolati e gassosi possono innescare eventi acuti (ad esempio infarto miocardico, ictus, insufficienza cardiaca). Vi sono evidenze scientifiche che provano gli effetti di una varietà di inquinanti incluse le particelle fini e ultrafini e inquinanti gassosi come l’ozono, sulla funzione vascolare. Infatti le alterazioni della funzione endoteliale sembrano essere di fondamentale importanza nel promuovere patologie cardiovascolari come l’ipertensione, il diabete e l’aterosclerosi.
I fattori di stress ambientali rappresentano importanti fattori di rischio per lo sviluppo e la progressione della malattia cardiovascolare. Recentemente, lo studio Global Burden of Disease ha stabilito che l’inquinamento atmosferico ambientale esterno a causa di particelle <2,5 μm (PM 2,5), è stato il quinto fattore di rischio globale nel 2015, causando 4,2 milioni di decessi all’anno, con morti cardiovascolari che rappresentano la maggior parte di questi decessi.
L’inquinamento atmosferico risulta dalla complessa interazione di più emissioni e reazioni chimiche, ma le particelle di combustione ultrafini (PM <0,1 μm di diametro) dimostrano una tossicità cardiovascolare potenziata grazie a caratteristiche quali elevato numero di particelle, elevato rapporto superficie / massa, potenziale di stress ossidativo, elevata solubilità, esitando in una facile penetrazione distale delle vie aeree e probabile penetrazione sistemica all’interno del circolo ematico.
L’associazione tra esposizione all’inquinamento atmosferico, in particolare per PM 2,5 e eventi cardiovascolari inclusa mortalità cardiovascolare, infarto miocardico, ictus, insufficienza cardiaca è forte ed è oggetto di ampie revisioni della letteratura. I pazienti con malattia coronarica possono essere particolarmente a rischio. I seguenti aspetti dell’esposizione all’inquinamento atmosferico e degli eventi cardiovascolari sono ampiamente riconosciuti: gli effetti cronici sono molto più ampi degli effetti acuti; anziani e individui con patologie cardiovascolari pregresse o fattori di rischio come l’obesità sono a più alto rischio. Il PM 2.5 è stato associato anche allo sviluppo di insulino-resistenza e all’aumento della pressione arteriosa. La relazione tra i livelli di esposizione e gli eventi cardiovascolari suggerisce un limite di “nessuna soglia inferiore”, con studi recenti che continuano a dimostrare una relazione forte a livelli inferiori ai limiti normativi attuali.
I significativi miglioramenti della qualità dell’aria negli ultimi decenni si sono tradotti in un aumento dell’aspettativa di vita complessiva e lo fanno senza alcun aumento dei costi economici. Sfortunatamente, la crescita della popolazione, l’aumento delle richieste di energia e trasporti e numerosi fattori geopolitici-economici continuano a ritardare i miglioramenti nella qualità dell’aria in molte parti del mondo. A meno che non vengano prese alcune misure per proteggere la salute di milioni di individui a rischio, l’onere delle malattie cardiometaboliche legate all’inquinamento atmosferico aumenterà ulteriormente.
Considerate le prove schiaccianti sugli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico sulla salute cardiovascolare, sarebbe importante che le soglie previste dalla legge per le PM 2,5 in tutto il mondo aderiscano alle linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS in futuro, poiché quelle in Europa sono ancora elevate (25 μg / m3) rispetto a quelle in Canada e negli USA (10-12 μg / m3 ).
E’ necessario e urgente riconoscere che l’inquinamento atmosferico è un importante fattore di rischio cardiovascolare. I governi a qualsiasi livello e le organizzazioni senza scopo di lucro dovrebbero concentrarsi sulla riduzione di tutte le fonti di emissione a partire dalle emissioni delle auto, dell’industria e dell’agricoltura per preservare la qualità dell’aria a garanzia della salute per tutti i cittadini. MP.
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