Il tutto esaurito delle copie è il segno della ottima riuscita della presentazione del volume a cura di Maria Grazia Cogliati e Giovanna Gallio “La città che cura”, edito dalla collana 180 che si occupa di promuovere e diffondere i punti di vista e le idee proprie della cultura critica di Franco Basaglia.
Il libro racconta dell’esperienza delle micro aree, strutture socio sanitarie di quartiere che si prendono cura della persona in tutte le sue difficoltà, partendo dall’idea basagliana che non si può separare la mente dal corpo, le difficoltà economiche da quelle culturali, relazionali, sociali. Insomma il paziente non è semplicemente un diabetico, un cardiopatico, un malato di mente, ma un essere umano complesso che può essere aiutato se attorno a lui si crea una comunità attenta alle relazioni.
L’operatore è quello che favorisce i rapporti, che stimola gli incontri, le attività, la presa in carico collettiva. In ospedale si entra per uscirne al più presto. Nel sociale è indispensabile creare relazioni, darsi una mano, mettere a disposizione competenze e risorse che ciascuno di noi possiede. Un welfare che non è carità, non è elargizione dall’altro in basso, ma è condivisione, scambio, attività in comune.
Lo spezzone di filmato di Erika Rossi sull’esperienza di micro area di Ponziana a Trieste ha fatto vedere concretamente di cosa è fatta questa pratica terapeutica, testata e convalidata dalle Università di Udine e Torino: se cambia il modo di stare assieme, se la persona diventa centrale, diminuiscono le malattie, i ricoveri e il ricorso ai farmaci.
Bravi i relatori che hanno affiancato le autrici, Franco Perazza, Paola Zanus e Luciano Capaldo, operatori e attori di una nuova idea di assistenza che anche a Gorizia si vuole intraprendere.
Il Forum, che insieme al PD ha organizzato l’incontro, è voluto partire dalla discussione di questo libro per iniziare un intervento nei quartieri della città che i cittadini non vogliono più vivere come periferie dormitorio. Gorizia è stata in passato una città di villaggi, ognuno con le proprie ricchezze e peculiarità. Ne ripercorreremo la storia per pensare a un possibile futuro dove i cittadini siano protagonisti e l’abitare sia un concetto ricco di significato.
Ci vediamo dunque a S. Anna il 20 di questo mese. adg
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