Da parte di Federcasa, fonte molto autorevole, arriva una conferma a quello che avevamo sostenuto noi in precedenti post, e cioè che il sindaco aveva avuto tutto il tempo di conoscere il bando ATER di assegnazione degli alloggi in Campagnuzza che risale al 2016.
Oggi apprendiamo che sarebbe potuto intervenire anche sui criteri di valutazione per l’assegnazione dei punteggi. Quindi poteva chiedere all’ATER di valutare con maggior punteggio i residenti da più anni in città favorendo i “goriziani”. Invece non è stato fatto nulla e poi però il primo cittadino si è allineato con il trend nazionale, gridando “prima gli italiani”.
Peccato che sia stato proprio lui a non tutelarli al momento opportuno e a cercare di lucrare con i proclami simileghisti qualche like che lo inorgoglisce. Dunque riassumiamo il boomerang che colpisce la maggioranza che vorrebbe governarci.
Hanno la possibilità di intervenire sui bandi di assegnazione delle case popolari ma non lo fanno e dunque le case vengono assegnate a famiglie “straniere”. Una volta presa coscienza della cosa si lamentano contro l’invasione che non hanno ostacolato e si beccano la presa di distanza totale della Chiesa dalle loro posizioni, rimanendo isolati da un bel po’ di persone che prima magari li votavano.
Bel risultato politico, non c’è che dire! Due punti ci restano da sottolineare. Il primo è che questi cosiddetti “stranieri” non sono clandestini, ma cittadini italiani che lavorano qui, pagano le tasse e consumano e i cui figli frequentano la scuola, secondo è il fatto che i ghetti si creano, è vero, per gli assembramenti in un’unica zona, ma il ghetto è anche un fenomeno socio culturale.
Se invece di emarginare, isolare, ignorare la gente che vive in via del Carso si cercasse di conoscerla, scambiare quattro chiacchiere, organizzare qualcosa insieme il ghetto smetterebbe subito di essere tale, diventando una tranquilla zona di residenza popolare. adg
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