Certo dispiace molto vedere la città in cui si vive perennemente minacciata di spoliazioni. Adesso tocca all’Azienda Sanitaria, minacciata è l’Ater, ma certo le cose non si fermeranno qui e Gorizia dovrà subire gli appetiti di Trieste, di cui con Monfalcone diventeremo periferia.
Ammirevole è chi riesce a seguire le mille giravolte del potere, dal declino di Forza Italia alla nascita di nuovi soggetti politici, sempre di centro destra, pronti a raccoglierne le spoglie e i balletti di chi abbandona la nave che affonda per salire in poppa a quella più promettente, di chi non viene fatto salire, di chi vorrebbe tanto fare il saltino ma si trova con il cerino in mano.
E’ utile però ricordare fino allo sfinimento che Gorizia ha da decenni la classe politica dello stesso colore e che dunque non può oggi rimproverare che se stessa di questa miserevole situazione.
Quante volte abbiamo sentito ripetere che la stessa maggioranza locale, regionale e nazionale avrebbe sicuramente portato vantaggi alla città? Da quanto tempo Gorizia non ha uno straccio di idea di rilancio, nè dal punto di vista economico e nemmeno dal punto di vista culturale? Quale identità di Gorizia si è offerta ai poteri forti che oggi la minacciano?
Nè quella di città universitaria, nè quella di città del Novecento, nè la città per anziani, nè la città che tutela l’ambiente, nè quella della mobilità sostenibile; nessuna strada si è intrapresa con decisione tranne quella della svendita ai centri commerciali e ai parcheggi.
Una città senza identità e senza progetti, da cui i giovani se ne vanno è facile boccone di chi è oggi il più forte. Cosa si sarebbe dovuto fare?
Sicuramente coinvolgere chi le idee le aveva, chi proponeva delle alternative. Ma purtroppo da 70 anni il potere goriziano ha controllato soprattutto i cosiddetti “nemici interni” piuttosto che compattare la città.
Per questo l’unica soluzione oggi è una reale discontinuità politica ed amministrativa e una nuova classe dirigente. adg
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