Mentre ci si palleggia tra le diverse ipotesi di futura governance della sanità nel Friuli Venezia Giulia non si è sentito molto parlare dei bisogni del cittadino/paziente e di cosa si possa e quindi si debba fare per migliorare lo stato di salute dei residenti.
Per quanto riguarda il territorio isontino, ma non cambia molto nel resto della regione, il cittadino/paziente ha bisogno di servizi vicini e facilmente accessibili per le necessità più frequenti: visite del medico di medicina generale, visite specialistiche, esami di laboratorio, diagnostica di primo livello… Per non parlare dell’assistenza infermieristica e riabilitativa domiciliare e ambulatoriale. Questi servizi devono essere fruibili in tempo utile, come previsto dai percorsi assistenziali per le principali patologie croniche.
L’ideale sarebbe sviluppare la medicina d’iniziativa e cioè reclutare i pazienti affetti da malattie croniche e in maniera proattiva farli entrare in un percorso di cura e di empowerment utile a prevenire le complicanze, perché di questo si tratta, nella gran parte dei casi.
Quando, e succede di rado, è necessario effettuare un ricovero per una patologia acuta che non può essere seguita a domicilio, l’ospedale deve essere sicuro, efficiente, e a tal fine deve trattare una casistica tale da assicurare competenza e qualità delle cure, deve operare in rete con gli altri ospedali regionali per garantire al paziente di essere curato nel luogo più idoneo alla sua problematica.
Le malattie devono essere prevenute quando possibile. La prevenzione si fa sul territorio assicurando un ambiente salubre, contesti urbani non inquinati dove sia favorita la mobilità a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici non inquinanti.
Deve essere in ogni modo favorita l’attività fisica che insieme alla dieta sana e all’ambiente salubre è responsabile della nostra salute molto di più di quanto lo siano i servizi sanitari (secondo l’OMS non più del 15% ).
E allora di cosa stiamo parlando?
Qualunque sia la futura organizzazione della sanità regionale, se si ha a cuore la salute dei cittadini, grande attenzione deve essere posta alla prevenzione delle malattie croniche e del disagio giovanile, all’assistenza agli anziani e ai malati terminali.
Gli ospedali devono essere efficienti e sicuri. Un basso tasso di ospedalizzazione è sinonimo di buona assistenza territoriale.
Ci sono evidenze che vengono prescritti numerosi esami e farmaci inutili e in parte pericolosi.
La resistenza batterica dovuta a un uso massiccio/abuso di antibiotici ci sta privando di farmaci antibatterici salvavita.
Ci sono sempre meno medici e infermieri sul mercato, mentre le risorse e le potenzialità del territorio sono infinite.
E’ necessario che chi ci governa ragioni su queste cose. MP
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