Salvini dunque risponde che lo sgombro di Casapound non è una priorità per Roma, nonostante si tratti di un edificio di assoluto pregio occupato dal 2003.
Non una parola di solidarietà il ministro dell’interno ha rivolto ai finanzieri cacciati, mentre agli occupanti ha detto che prima che lo sgombro eventualmente avvenga passeranno un bel po’ di mesi, prima ci sono i centri sociali da cacciare, poi i poveri, i furbetti, ecc.
Dunque il ministro che ha giurato sulla Costituzione non parla, non condanna, minimizza, nega e consente che il danno erariale perpetrato dai camerati continui, tanto a pagare sono i soliti fessi che si sobbarcano condoni fiscali e flat tax e non possono nemmeno rateizzare.
Ma c’è ancora chi crede che Salvini rappresenti il cambiamento. Costoro ironizzano sul fatto che nel 2018 ci sia qualcuno che parli di fascismo e antifascismo mentre il governo lascia che i camerati scorazzino ormai indisturbati per le città, come faranno a Trieste il 3 novembre, celebrando l’eroismo virile dei soldati della prima guerra mondiale, la guerra più odiata dai popoli europei e con il più alto numero di disertori, imboscati, finti matti che si facevano sparare alla schiena pur di non combattere.
Ormai mescolata alla retorica sovranista rispunta non a caso il mito della guerra, il nazionalismo, il razzismo, la difesa dei sacri confini della patria, l’italianità.
Certamente non ci saranno più i figli della lupa e l’orbace ma i principi culturali, l’ideologia e il modo di vedere i rapporti sociali sono gli stessi e medesimi di chi difendeva il padroni del cantiere navale nel 1920.
A quel tempo le squadre erano protette dal privato cittadino Cosulich, adesso addirittura il ministro dell’interno lascia che si facciano cortei e sfilate con saluti romani e poi ci si riposi nella casa occupata con magnifica vista sulle cupole di Santa Maria Maggiore. Lì si può stare tranquilli che la la ruspa non arriverà mai. adg
Rispondi