C’è un’Italia che resiste, ed è tinta di rosa. Un fiume in piena quello visto ieri a Roma: 200 mila donne sono scese in piazza contro la violenza di genere, ma anche contro la deriva reazionaria che sta prendendo il nostro paese, peraltro due aspetti perfettamente collegati.
I temi toccati sono veramente tanti: ddl Pillon, femminicidio, perpetrato nella maggior parte dei casi da fidanzati, mariti, padri italiani, libertà di scelta e decreto Salvini.
Spiace che a quarant’anni di distanza ci sia ancora la necessità di manifestare, urlare affinchè la legge 194 non sia messa in discussione. Spiace constatare che la maternità sia vista ancora come un obbligo e che non si faccia assolutamente nulla prima, insegnando alle ragazzine e ai ragazzini a prevenirla (educazione sessuale nelle scuole, contraccettivi gratuiti), né poi, aiutando concretamente le donne che decidono di portare avanti la gravidanza.
Ma si sa, è sempre comodo trovare un colpevole per i problemi che le Istituzioni non sono in grado di prevenire e gestire e le donne da sempre si prestano bene come capro espiatorio: se rimani incinta è colpa tua, se ti violentano te la sei cercata, se ti picchiano devi portare pazienza, se ti ammazzano dovevi denunciare prima.
E se a tutto questo diciamo NO? Allora una speranza c’è: che saremo proprio noi donne e cominciare a scrivere il futuro ROSA di questo paese. ElSa.
Foto: dinamopress.it
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