Non so se sono più scandalizzato o preoccupato o arrabbiato. L’oggetto di questi sentimenti sono le notizie, apprese dalla stampa locale e da altri appassionati di ferrovia, del mancato passaggio per Gorizia del treno Udine – Ljubljana che invece transita per Cervignano escludendo i cittadini dellalto isontino e quelli di Nova Gorica, della valle dell’Isonzo almeno fino a Kanal e della valle del Vipacco da un comodo approccio alla bella capitale della Slovenia.
E l’ulteriore episodio dell’emarginazione di Gorizia in particolare o almeno dell’attività non proprio positiva dell’attuale amministrazione comunale; già quest’estate il prolungamento a Trieste del Micotra Villach Udine era stato instradato per Cervignano con il comodo alibi della fermata all’aereoporto di Ronchi e della ciclabile Alpe Adria fino a Grado.
E la ciclabile dell’Isonzo di cui un bel percorso da Nova Gorica è già in funzione? E tutti i mirabolanti progetti del Gect? La realtà reale è che questa città è in decadimento e in piena crisi.
I bei palazzi fine ottocento primi novecento sono in stato d’abbandono, i negozi sono vuoti o chiusi, le poche e piccole fabbriche stentano. E sembra che anche la progettata ed enfatizzata fabbrica di costruzioni di aereoplani leggeri non se la passi bene.
Tutto questo a fronte di un’invidiabile posizione baricentrica fra est e ovest. E con la fortuna di avere rilievi facilmente transitabili non montagne da perforare (esempio Torino Lione); forse questo per i nostri capaci industriali non è un argomento a favore.
Comunque i goriziani devono pretendere che nella Stazione Centrale passi il Micotra e meggiori treni passeggeri, che il traffico merci e gli impianti ferroviari presenti vengano potenziati: sarebbe un primo e non unico passo verso il risveglio e il rilancio della città.
Da un passato glorioso e anche doloroso (fino alla 1^ guerra mondiale e nella 2^ e 2° dopoguerra), da un presente immobile si deve invertire la tendenza e cogliere tutte le potenziali opportunità che ci sono. Pino Ieusig
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