Chiaro e deciso ‘no’ all’incenerimento dei rifiuti da parte dell’Isde (International Society of Doctors for Environment)
Recentemente Isde Italia si è espressa con un parere deciso nei confronti dell’incenerimento “incompatibile con le esigenze di gestire i rifiuti in maniera sostenibile, di garantire il massimo grado possibile di tutela ambientale e sanitaria e di rispettare le direttive Europee sull’economia circolare”.
L’autorevole associazione di medici sostiene che “gli inceneritori non sono un’alternativa evoluta alle discariche in quanto non fanno sparire i rifiuti ma, semplicemente, li trasformano in pericolose emissioni inquinanti, acque di processo contaminate e un’abbondante quantità di ceneri da combustione”.
Secondo i dati ISPRA l’insieme degli inceneritori del nord produce circa un milione di tonnellate di rifiuti all’anno, dotati di un grado di tossicità e pericolosità ambientale superiore a quello dei rifiuti urbani residui smaltiti in discarica dalle stesse regioni. Questo, ovviamente, non per giustificare le discariche, ma per stimolare l’ evoluzione verso un sistema sostenibile di gestione dei rifiuti che ne minimizzi l’utilizzo e la pericolosità.
Gli inceneritori non rappresentano sistemi sostenibili di produzione energetica in un momento storico in cui è necessario contenere al massimo il riscaldamento globale rispetto ai valori pre-industriali .
La combustione dei rifiuti (prevalentemente materiali plastici) è assimilabile a quella dei combustibili fossili e comporta abbondanti emissioni di inquinanti alteranti il clima e quindi in aperta contraddizione con il rispetto degli obblighi internazionali di controllo del riscaldamento globale e con la necessità di sostituire la produzione di energia da processi di combustione con l’utilizzo di fonti rinnovabili e con il miglioramento dell’efficientamento energetico. L’energia risparmiata con il recupero di materia è di molto superiore a quella spesa dagli impianti di combustione dei rifiuti.
Gli impianti di nuova generazione hanno concentrazioni di emissione molto inferiori a quelle dei vecchi impianti ma trattano un volume di rifiuti enormemente maggiore rispetto al passato . Inoltre, le modificazioni tecnologiche di questi impianti hanno spostato la tipologia di particolato emesso verso le polveri ultrafini, le più pericolose in assoluto per la salute umana.
Dal punto di vista strettamente economico, gli inceneritori rappresentano un affare solo per chi li costruisce e gestisce, non certo per le Comunità, che se ne deve accollare le conseguenze ambientali e sanitarie.
La Commissione Europea ha chiaramente espresso la necessità di reindirizzare la gestione dei rifiuti verso l’economia circolare, deviando gli investimenti degli Stati membri dall’incentivazione dell’incenerimento (da eliminare) verso pratiche di riduzione della produzione di rifiuti, riutilizzo, riciclaggio e recupero di materia.
Isde pertanto ribadisce con decisione e chiarezza: ”Sì ad una corretta gestione dei rifiuti che garantisca la possibilità di uno sviluppo sostenibile del nostro Paese, creazione di posti di lavoro e raggiungimento degli obiettivi comunitari e, con altrettanta fermezza, no all’incenerimento, perché continuerebbe a produrre danni economici, ambientali e sanitari che, oltre ad agire come forma di tassazione regressiva indiretta, genererebbero conseguenze gravi e potenzialmente irreversibili per le generazioni future.” MP
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