L’altro giorno sotto la Prefettura di Gorizia c’è stata una manifestazione di protesta dei pensionati delle tre sigle sindacali contro la manovra del Governo. Conte ci ha definiti peggiori dell’Avaro di Moliere, ma in realtà le cose non stanno come dice il premier.
Primo, il governo tocca le pensioni che partono da 1000 a 1200 euro netti al mese ( quindi la cassa la fa sui meno ricchi, non sulle pensioni d’oro che sono di numero molto inferiore); secondo la rivalutazione delle pensioni è ferma al 2011, quindi molti denari non sono stati dati, e il 2019 doveva essere l’anno dello sblocco; terzo il blocco degli aumenti fa risparmiare 253 milioni di euro nel 2019 e 2,2 miliardi nell’intero triennio, non è certo poco.
Dunque con i soldi sottratti ai pensionati più poveri, il governo finanzia le sue cosiddette politiche di sviluppo fatte di condoni e redditi di cittadinanza che presentano punti molto oscuri, mentre blocca le assunzioni dei giovani, toglie soldi alla scuola pubblica e ne dà nuovamente alle private, toglie ore al sostegno dei disabili. Quindi pelati per nulla.
Figli e nipoti rimarranno con le pezze al culo e i pensionati si sentiranno dire che c’è gente più povera che guadagna 500 euro al mese. Si intervenga allora combattendo l’evasione fiscale, mettendo la patrimoniale sui grandi redditi, scovando i paradisi fiscali, facendo pagare le tasse alle multinazionali.
Invece no: chi prende 1000 euro al mese e ha lavorato 42 anni deve discutere e litigare con il giovane che prende 9 euro per fare il rider o il bracciante che ne prende 3,5. Governo del popolo diviso e rancoroso che non guarda a chi i soldi glieli porta via davvero. adg
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