Si rimane allibiti nel leggere le imputazioni che coinvolgono anche i prefetti Zappalorto e Marrosu nella gestione del problema dei migranti.
Dalla lettura della stampa emerge che ditte e singoli che ruotavano intorno alla gestione degli stranieri, oltre una trentina di persone, hanno fatto la cresta sulle sigarette, sul pocket money e sulle schede telefoniche dei migranti, hanno gonfiato i numeri dell’erogazione dell’acqua minerale e dei materassi con fatture irregolari. Intanto il consorzio siciliano Connecting people, già sotto la lente di ingrandimento della magistratura, veniva infine liquidato, sembra dal prefetto, con 4 milioni di euro, di cui due all’attenzione degli inquirenti.
Associazione a delinquere e turbativa d’asta sono alcuni dei reati contestati. La cosa che lascia allibiti è che in sostanza i migranti servivano a farsi un sacco di soldi, simulando di dare loro più di quanto ricevessero o intascandosi i 2,50 euro che quotidianamente erano loro destinati. Il tutto all’interno delle attività del consorzio siciliano di Trapani, che era già nel mirino della magistratura e che le autorità ben conoscevano e di cui avrebbero dovuto diffidare, che da mesi non pagava i suoi dipendenti.
Chiaramente tutti sono innocenti sino alla decisione definitiva, ma certo qualche considerazione nasce spontanea. Mentre alcuni di queste decine di imputati lucravano sulla loro pelle, erano i migranti ad essere additati come potenziali pericoli per la sicurezza cittadina. Mentre i benpensanti, magari anche qualcuno che è oggi imputato, si indignava per l’invasione o perchè i migranti adescavano i cigni, i cosiddetti imprenditori si ficcavano i soldi in tasca fregati agli stranieri.
Insomma una colossale mangiatoia dove alcuni si sono arricchiti, mentre i volontari fessi, cui piovevano quotidianamente vagonate di insulti, erano accusati di attirare gli stranieri a Gorizia – Eldorado dell’immigrazione, come qualcuno diceva. Eldorado sì, ma non certo per i poveracci o i buonisti che cercavano di dare una mano. Per concludere chi parla di sicurezza quando vede l’afgano e il pakistano, pensi alla giacca e cravatta di chi a quel tempo, e questo mi è rimasto impresso, affermava “questi non sono profughi, sono solo furbi”. Mai furbo come sarebbe Lei, se le accuse venissero provate, Eccellenza! adg
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