Vengo a sapere per caso dell’incontro dei sindaci dell’isontino con l’assessore Riccardi e il commissario Poggiana.
Prima da un breve articolo di stampa, che magnifica le richieste di Ziberna, poi dallo streaming sul sito del consiglio, che mi permette di capirne un po’ di più.
L’incontro inizia con le richieste dei sindaci, che vengono ascoltate, ma non mi sembra che i due vertici della sanità regionale abbiano dato loro una grande soddisfazione…
Mi pare di capire che il nuovo perimetro aziendale sia più funzionale all’integrazione fra ospedali hub e spoke, che possa dare risposte di qualità ai bisogni dei cittadini, se la riorganizzazione sarà condotta in maniera corretta.
L’assessore però non si risparmia in termini di schiettezza. Dice che appena arrivato si è ritrovato un buco di 80 milioni, un bilancio in perdita da diversi anni, il fiato sul collo della Corte dei Conti per la spesa sanitaria. Non ci saranno alternative al rigore e al taglio dell’1% sulla spesa del personale.
Forse per questo non ha rassicurato il sindaco, non ha fatto promesse né per l’ospedale né per il territorio: e con quali soldi?
Eventuali sviluppi ci saranno solo nella misura in cui il commissario, e poi il futuro direttore generale, sapranno riorganizzare i servizi e ottimizzare la spesa.
Ma per avere più servizi con meno lavoratori ci vuole la bacchetta magica! Già sarà difficile mantenere quello che c’è.
E sul privato convenzionato neanche una parola …
Che ci aspettassero anni di magra c’era da immaginarselo, auguriamoci almeno che le risorse siano distribuite equamente sul territorio della nuova azienda e che Gorizia non sia l’unica a pagare. Non vorremmo subire altri scippi!
Che ci fossero più psichiatri che infermieri proprio non me l’aspettavo…
E neanche che ci fossero 10.000 ottantenni a Gorizia, come dichiarato dall’assessore Romano.
Il problema dei trasporti francamente credo lo debbano risolvere i comuni…
Ma la cosa che più mi turba, proprio alla fine, è l’apertura al privato sociale oltre che al volontariato.
Ben vengano le risorse del territorio e delle associazioni di volontariato, ma il privato sociale?
Sarà mica un’ammissione di fallimento della sanità pubblica?
E poi… chi lo pagherà? Il cittadino con i propri soldi? Il dipendente privato con il sistema di welfare aziendale?
Chi ci rimette? Chi ci guadagna? Andrea Picco
Traggo queste due frasi da questo post, che fa un’istantanea sulla sanità:
“E neanche che ci fossero 10.000 ottantenni a Gorizia, come dichiarato dall’assessore Romano.”
“Il problema dei trasporti francamente credo lo debbano risolvere i comuni…”
Considerando che gli ottantenni ed ultra (fascia 80 – 84 anni) a Gorizia, rappresentano il 4,5% della popolazione e nelle successive fasce, con percentuali sempre inferiori, ovvero 2,9% 85-89, 1,4% 90-94, 0,4% 95-99 che rappresentano un po’ più di 3.000 abitanti (dati ISTAT al 3112/2018 rilevabili a questo sito: https://www.tuttitalia.it/friuli-venezia-giulia/29-gorizia/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2018/), con le affermazioni citate, viene indirettamente posto il problema della mobilità, quella cittadina.
In Consiglio Comunale è un tema poco dibattuto, se non sporadicamente per qualche argomento legato ad esso, come l’eccesso di velocità in alcune – in molte, secondo me – strade.
E’ auspicabile, invece prendere in piena considerazione questo tema. L’età anagrafica inevitabilmente aumenta e le capacità di attenzione e soprattutto reazione purtroppo calano. Calano in un traffico sempre più distratto, poco smart e molto telefonino! Non si possono solamente inventare parcheggi, con lo stallo magari anche dentro il negozio. Lo spazio comune è quello che è, già esageratamente dedicato al mezzo privato.
Cosa fare, allora. Per facilitare gli spostamenti delle persone anziane e non, affinché possano muoversi in autonomia e tranquillità, ed anche in prospettiva futura, è inderogabile l’attuazione del (nuovo) Piano del Traffico, con le sue declinazioni. In questo Piano, pertanto, è importante migliorare il trasporto pubblico, ad esempio con autobus più frequenti, con la rivisitazione, aumento e miglioramento delle linee, e quanto possa essere necessario per arrivare ad una mobilità sostenibile.
Nevio Costanzo