Quando si ha la sventura di avere pessimi amministratori, anche i danni non sono circoscrivibili alla durata del loro mandato, ma purtroppo vanno ben oltre.
È il caso della tragedia di piazza Vittoria, in cui in futuro vedremo atterrare ascensori sopra auto in transito intente a schivare bambini in bici e famiglie che passeggiano. La sconfitta di Piazza Vittoria è proprio questa, il tramonto dell’idea che una piazza serva ad incontrarsi e non a farci sgommare i SUV.
Sono scelte, visioni condizionate da una presbiopia galoppante perché ormai datate di secoli. Ovunque, in ogni città di ogni dimensione, si eliminano le auto dal centro per favorire un recupero degli spazi pubblici come luoghi di incontro. A Gorizia ancora un po’ e andremo in bagno in macchina, ovviamente con lo spritz in mano.
La città a misura d’automobile, con il cicloturismo in espansione che appena varca il confine rischia il frontale con i tir. Siamo così. Tagliamo le reti per la ciclabile transfrontaliera e poi auguri, caro ciclista: se ti stampi su un’auto benvenuto a Gorischia.
Chiagnamo per avere i soldi per rifare la piazza pedonale e poi fottiamo facendoci passare ogni sorta di veicolo a motore. Anche in corso ci avevano dato i soldi per le ciclabili, ma noi siamo furbi e ci facciamo i parcheggi blu. Ad oggi, quindi, piazza Vittoria torna ad essere la fine di un rettilineo coperto perfetto per sgasare per gli amanti della formula 1. Lo scherzo ci costa 300mila euro e una bella botta d’inquinamento. Tanto a settembre c’è gusti di frontiera e siamo tutti di nuovo felici. Vuoi mettere Gorizia? In macchina la giri in un minuto. E poi vai a Udine o a Trieste, a fare una bella passeggiata. Andrea Picco
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