Oggi è una di quelle giornate che rimarrà nella storia… almeno a Gorizia, non abituata alle manifestazioni, ancora meno a quelle a cui prendono parte i bambini e i giovani.
Di fatto è uno spartiacque: se prima qualcuno ancora poteva nascondersi dietro a un dito, oggi, dopo che una sedicenne ha mobilitato il mondo, non è più possibile.
Oggi, quei ragazzi che tanto accusiamo di ogni cosa, c’erano, hanno partecipato convintamente a una manifestazione per il loro futuro. Un futuro che non ci sarà se non prendiamo da subito seri provvedimenti.
Noi oggi eravamo in corteo, con i nostri figli, che hanno capito quel tanto che potevano capire con i loro 6 e 9 anni, o forse di più, chissà… Accanto a noi altre mamme, ma non tutte le mamme.
Questo è il punto: al netto di chi realmente impossibilitato (è ovvio che non tutti possano permettersi di perdere una giornata di lavoro), quanti avrebbero potuto esserci e non c’erano?
In corteo abbiamo visto diversi insegnanti, a cui va un sentito ringraziamento… Ma non tutti e forse nemmeno la maggioranza. La domanda è: perchè non tutti? Perchè oggi un insegnante di scuola di ogni ordine e grado dovrebbe non sentirsi in DOVERE di partecipare?
Perchè l’invito a farlo non parte dall’alto?
Una precisazione: non si tratta di una crtitica, ma di una vera e propria domanda. Il clima, l’ambiente sono questione della massima importanza e sono trasversali, apartitiche. Perchè alcuni docenti sì e altri no?
Tutta la scuola oggi avrebbe dovuto essere in città, in corteo. Se così non è stato, non si devono puntare le dita verso singole persone, ma porre una domanda all’intero sistema: la questione, forse, non interessa?
La scuola, forse, non insegna ai ragazzi a crearsi una coscienza critica? A prendere una posizione? A diventare adulti in grado di scegliere con consapevolezza?
La nostra scuola questo ha fatto. Se oggi è più importante una verifica dello scendere i piazza per questioni di vita o morte… ecco, una domanda come adulti, genitori, insegnanti, amministratori ce la dobbiamo porre. Forse più di una.
Eleonora Sartori, Irene Vendramin, Lara Kovic
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