Non serve, grazie, vado su a piedi che sto prima. Sono più o meno vent’anni che i goriziani hanno chiamato l’ascensore, quello sciagurato ascensore che dovrebbe portare milioni di turisti da piazza Vittoria al Castello, e anche per il 2019 non se ne parla che arrivi.
Bisognava forse chiamarlo col dito, come nella barzelletta. Ziberna da neosindaco aveva promesso che entro il 2018 blablablablà, poi diventato entro il 2019 blablablablà.
Notizia di oggi: problemi nella gara. Strano, a Gorizia non succede mai che ci siano problemi con le ditte vincitrici. Ancora più strano, Ziberna che racconta un balla. Arcistrano, che ci sia qualcuno che ancora crede al Bombi.
L’ascensore invisibile intanto si è mangiato a occhio e croce una decina di milioni di euro, finiti chissà dove visto che resta visibile solo lo sfregio al colle del castello e nulla più. Soldi buttati nel cesso, per non dire scusate, abbiamo sbagliato.
L’ascensore al castello è una cretinata pazzesca, per non usare espressioni fantozziane. In castello si arriva in un attimo a piedi, con 10 milioni di euro potevi regalare un’auto elettrica ad ogni turista che voleva andare su in questi anni, visti i numeri tristi dei visitatori, ancorché gonfiati dal pallone gonfiato .
Questi pensano di avere Versailles in cima al colle, e non fanno i conti con la realtà. Finché la montagna non si ribellerà alla violenza della stupidità goriziana.
A suo tempo fu bocciata l’ipotesi del referendum sull’opera, perché il parere dei cittadini è pericoloso, potrebbe rovinare gli affari. Stessa cosa accade oggi, con le petizioni archiviate dalla giunta il 17 aprile. Nel cassetto, assieme a chissà quali segreti. Andrea Picco.
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