Con delibera di giunta, tra uno spritz e l’altro, tra un viaggio a Madrid a comprare le zucchine e un panino alla zebra, tra una palla sull’aeroporto e una masturbazione visiva sulle foibe, tra la vergogna di galleria Bombi e l’accoglienza alla decina mas, la peggiore amministrazione che Gorizia si è data dal dopoguerra ha deciso che le firme di più di 1600 cittadini goriziani non contano un cazzo.
Visto che alle ultime elezioni andarono a votare in 16mila circa, stiamo parlando del10% di quegli elettori, grossomodo. Ebbene: due petizioni – che chiedevano una un regolamento più stringente per evitare l’insediamento di nuove industrie insalubri, l’altra che si faccia il piano di zonizzazione acustica – da oltre 1600 firme l’una finiscono nel cesso del Comune di Gorizia, senza passare neppure per il consiglio comunale.
Non è servito a niente raccoglierle, quelle firme, le vostre firme, cari goriziani. In questi quattro mesi non è stato possibile discutere gli argomenti oggetto delle petizioni in nessun luogo, né in commissione né portandole come mozione all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, perché arrogandosi una competenza che non ha, la giunta le ha archiviate.
Ziberna e i suoi peones da quattro soldi, per pura incapacità e incompetenza, hanno preferito l’atto di forza al confronto con i cittadini, la fuga dalle loro responsabilità di fronte a un voto che avrebbe smascherato quanto infimo sia il loro interesse per la città e i cittadini stessi.
È l’ennesima vergogna di un sindaco incapace di andare oltre al mangiare e bere, col vizio di raccontare balle ai cittadini e anziché ascoltarli ergersi a marchese del grillo: io so’io, e voi nun siete un cazzo. Va cacciato al più presto, per il bene della città. Andrea Picco
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