Sollecitano la sinistra ad andare dallo psicanalista lacaniano membri dell’intellighenzia di destra, ogni volta che qualcuno mette in evidenza le loro magagne politiche e amministrative abbondantemente sotto gli occhi di chiunque faccia una passeggiata in città di giorno e di sera, veda i numeri della fuga dei giovani dalla città, verifichi l’importanza di Gorizia sullo scacchiere regionale, dica un’incontestabile verità: essendo loro alla guida della città da decenni, è solo a loro che si deve imputare questa difficile situazione. Hanno il potere nei comuni e in regione, ma paradossalmente la colpa è sempre degli altri.
Chiunque a Gorizia esprima civilmente un’opinione diversa dal pensiero unico dominante è ricoperto dalle incontinenti contumelie o del sindaco (sputtanano la città ripetuto per tre volte per un volantino distribuito dall’opposizione) o da altri che, insultando l’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, affermano che “la sinistra è in preda a delirio solipsistico” perchè afferma che le foibe non furono pulizia etnica e che a Basovizza non c’è una foiba, ma l’apertura di un pozzo minerario.
Anche quest’ultima affermazione, che si limita a precisare un dato di realtà, è vissuta come delitto teso a negare il dramma delle deportazioni. Nel momento in cui anche il giornale locale mette in evidenza la grande solidarietà che l’Istituto regionale ha ricevuto da storici di tutta Italia, quando addirittura pezzi del mondo degli esuli fanno dei distinguo e ammettono la serietà degli studi triestini, quando Paolo Mieli parla in favore degli studiosi attaccati dalla mozione, i polemisti nostrani ribattezzano l’Istituto “per le menzogne sulla resistenza”.
Il problema è che in questo modo Gorizia si isola sempre di più dal resto del paese ed è costretta a rifugiarsi nel suo passato remotissimo perchè la storia del primo e del secondo dopoguerra creerebbe problemi di interpretazione: cosa dire del fascismo antislavo, dell’occupazione nazista, del collaborazionismo della Decima mas, delle deportazioni degli ebrei, dei delitti commessi durante l’occupazione della Jugoslavia, della difficile ricostruzione e delle ulteriori discriminazioni ai danni degli sloveni?
Magari qualche piccola responsabilità gli italianissimi dovrebbero pur assumersela e questo non è possibile perchè la colpa è sempre degli altri, dei cattivi, dei comunisti, dei barbari perennemente alle nostre porte, dei nemici interni, di chi ha intelligenza con lo straniero.
E poi dicono che deliranti sono gli altri… Anna Di Gianantonio
Rispondi