Compito dell’amministrazione è creare coesione sociale. Davanti a problemi che richiedono la partecipazione di tutti i cittadini come quelli del calo demografico, della spoliazione delle prerogative dei territori, della perdita dei servizi, tutti dovrebbero essere chiamati a dire la loro. Invece la strada che si percorre è esattamente contraria.
Cittadini presentano petizioni sulle industrie insalubri o inutili e non hanno risposta. Altri cittadini mettono in discussione l’apertura di galleria Bombi e lo fanno da tempo, con manifestazioni, raccolte di firme e petizioni, ma nessuno affronta il problema, altri cittadini chiedono conto di nuovi monumenti che non fanno che rinfocolare antiche lacerazioni, ma nessuno risponde.
Anzi, anche davanti a cantonate incredibili come i manifesti del 25 aprile allusivi delle foibe, cosa che non è affatto vera come è stato dimostrato, non si riconosce l’errore, si sta zitti, non si chiede scusa e si rilancia. Si tace sui milioni gettati via per l’ascensore al castello ormai sommerso dalle erbacce e per cui si era negato a suo tempo il referendum.
Allora non è vero che la società non propone, non si documenta, non fa. E’ vero invece che le opposizioni o stanno zitte o sono criminalizzate, indicate per nome e cognome, giudicate “un cancro” per la città e sono utili solo a votare mozioni unitarie che non si traducono poi in alcun passo concreto.
In questo modo il declino è davvero inevitabile, ma i responsabili non vanno cercati molto lontani da casa nostra. Anna Di Gianantonio
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