Gorizia terza in Italia per numero di domande di reddito di cittadinanza in rapporto agli abitanti.
Basterebbe questo a far andare di traverso il tanto decantato panino alla zebra, amato si presume dal popolo di antijuventini locali.
È un dato tremendo, se si prosegue con il ragionamento che starebbe alla base della misura in questione: entro tre anni ti faremo tre proposte di lavoro, ma dove, se qua lavoro non ce n’è?
Sempre di più si manifestano due Gorizie: quella di Ziberna, strombazzata quotidianamente dalla cronaca locale del Piccolo, in cui va tutto bene madama la marchesa, e quella impietosa de dati reali, riportati qualche pagina prima, e questo è l’ultimo in ordine di tempo che sancisce l’emersione di una parte importante di cittadinanza che non ha niente.
Ziberna aveva un’occasione più unica che rara, con lo sblocco da parte del governo dell’avanzo che giaceva lì e non poteva essere utilizzato.
Poteva utilizzare una parte di questo “tesoretto” – un tesorone in realtà, 8 milioni di euro – per gettare le basi per la sua idea di città. Il problema è che non ne ha mezza, di idea.
La prova? Tutto il malloppo è stato messo nella “manutenzione”, ossia in opere che una volta terminate, e chissà se termineranno, non faranno altro che mantenere lo status quo.
Per carità, nessuno critica la messa in sicurezza delle scuole, ci mancherebbe, sacrosanta. Ma che non ci sia un’idea che sia una in cui investire una quota anche minima, la dice lunga.
Intanto, cari goriziani, c’è il reddito di cittadinanza. Il lavoro, sappiatelo, è un miraggio. Una zebra a pois, a pois, a pois. Andrea Picco
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