Ero presente, iin quanto primo firmatario con il consigliere Fappani di San Pier d’Isonzo, all’incontro con il Prefetto sulla vicenda dell’esclusione di Serena Pellegrino dal convegno sulla mafia.
Mi permetto alcune considerazioni personali, più di carattere emotivo che strettamente cronachistico, a margine del comunicato che io stesso ho redatto recependo gli spunti e le osservazioni dei presenti, che ringrazio. La sensazione che ho avuto io è stata di grande difficoltà da parte del Prefetto sull’intera vicenda, perché quella pregiudiziale messa così, nero su bianco, onestamente lascia poco spazio ad interpretazioni.
La sua versione dei fatti non è confutabile da chi come me non li conosce se non per quanto apparso sui media e per le dichiarazioni dei protagonisti, ma non ero lì per sapere chi avesse ragione, anche se il ruolo di Agende Rosse resta misterioso: da organizzatori derubricati a marginali: mah…. Ero lì per dire che il confine tra il rispetto e la prevaricazione di un diritto fondamentale è molto sottile, e in questo caso a mio avviso è stato superato, non dal lato del rispetto. E ho visto il Prefetto ascoltare con attenzione tutti gli interventi, e farsi scuro in volto in alcuni passaggi.
Credo che chi riveste un ruolo pubblico, chi rappresenta politicamente altri cittadini, lo debba fare con la serenità che ciò che dice sia avulso da condizionamenti, ingerenze, quando non intimidazioni o censure, e che la tutela di questa prerogativa spetti proprio alle Istituzioni, per non far scivolare questa pur fragile democrazia verso forme che di democratico hanno ben poco. È quello che ho detto al Prefetto, perché so quanto sia difficile dire qualcosa di scomodo quando si è da soli. Andrea Picco
Oggi alle ore 15 il Prefetto di Gorizia ha ricevuto una delegazione di firmatari della lettera che chiedeva chiarezza in merito alla vicenda che ha avuto come protagonista Serena Pellegrino, richiesta di chiarimento fatta al Prefetto proprio per dirimere qualsiasi dubbio sul ruolo esercitato dal Prefetto stesso.
Dopo un’ampia premessa che ha definito i contorni, il Prefetto ha dichiarato ai presenti che l’organizzazione dell’evento è stata della Prefettura in collaborazione con Agende Rosse e non viceversa, avendo curato lui personalmente i contatto con i relatori.
Ha spiegato che il passaggio della mail pubblicata sui giornali che si riferiva all’indagine sui precedenti penali della Signora Pellegrino era in realtà in risposta ad una precedente mail da parte del rappresentante di Agende Rosse in cui si chiedeva se la motivazione del no all’ex parlamentare fosse per eventuali precedenti penali. Ha inoltre specificato che, essendo lui l’organizzatore, voleva lasciare fuori la politica.
La presenza di due relatrici, attualmente impegnate politicamente era giustificata dal fatto che fossero state oggetto di minacce e intimidazioni mafiose nel nord Italia, quindi potevano dare testimonianza diretta della loro esperienza agli studenti, ai quali era indirizzato l’evento sebbene coinvolti all’ultimo istante, prescindendo dunque dalla loro appartenenza politica.
La delegazione, sottolineando che ogni evento è politico nel senso alto del termine, specie su un tema come quello trattato, ha ribadito con forza che restava aperto il nodo sull’esclusione in quanto le opinioni espresse in passato fossero non gradite, sottolineando che non era questione di appartenenza politica ma di rispetto e tutela del diritto di ogni cittadino di esprimere senza pressioni debite o indebite la propria opinione, a maggior ragione se rappresenta, oltre al proprio, il pensiero di altri cittadini. La serenità di non incorrere in censure per opinioni espresse, anche e non solo durante quando si riveste un ruolo pubblico, va tutelata dalle Istituzioni, per Costituzione.
I presenti hanno auspicato un gesto di distensione da parte del Prefetto nei confronti della Signora Pellegrino, nei tempi e nei modi che il Prefetto stesso ritenga più opportuni. Egli stesso si è reso disponibile ad organizzare un evento similare sul tema delle ecomafie che preveda il coinvolgimento dell’ex deputata.
Buona sera. Mi suona strano il passaggio: “Dopo un’ampia premessa che ha definito i contorni, il Prefetto ha dichiarato ai presenti che l’organizzazione dell’evento è stata della Prefettura in collaborazione con Agende Rosse e non viceversa, avendo curato lui personalmente i contatto con i relatori.”.
Chiedo quindi il permesso di affermare che: dato che io personalmente avevo invitato le ragazze di un format chiamato “Donne contro la Mafia” il giorno 4 gennaio 2019 (ho testimoni) e che in data 14/01/2019 ho contattato il sottosegretario Micillo (ho mail) inoltre sono stato io a chiedere udienza al prefetto poiché non avevo risposta alla domanda di occupazione di suolo pubblico presentata al comune di Monfalcone in data 08/01/2019,
visto quanto sopra mi chiedo chi dice la verità e chi la nega.
Ovvio che di tutti questi documenti ho prove e testimoni,
Resto a disposizione per ogni eventuale e vi ringrazio e saluto.
Ah, io non ho motivo di dubitare di quanto lei diice. All’ incontro il prefetto ha detto questo e noi l’abbiamo riportato. Non è la verità :è la sua versione dei fatti. Ognuno dei presenti si sarà fatto un’idea. Io la mia ho cercato di esprimerla nella premessa. La precisazione che lei ha fatto conferma la percezione che.ho avuto di una grande difficoltà da parte del Prefetto. Una.cisa è certa: com’è andata lo sapete sicuramente voi due. Resta grave per me il fatto in sé, ossia.la pregiudiziale su una persona per aver espresso, nel corso della sua attività politica, valurazioni sulla prefettura . E lì il Prefetto non ha saputo essere convincente, come riportato nel comunicato.
Andrea Picco
Per quanto riguarda il ruolo di Agende Rosse nell’organizzazione dell’evento, le confermo che il Prefetto lo ha definito marginale.
L’idea che ci debba essere un gesto di distensione non so se più mi diverte o mi terrorizza: il signor Prefetto graziosamente stende la mano ( l’eccellentissimo signor Marchiese di questo feudo di confine….banale ‘sto gioco di parole, ma la tentazione alla satira fa l’uomo ladro) la signora Pellegrino percepirà tutta la benevolenza e finalmente racconsolata si farà una ragione dell’esser stata attaccata nelle sue prerogative di parlamentare e di libera cittadina in libero Stato…ma per favore! in realtà nessun gesto di distensione è possibile quando figure apicali del Governo mostrano spregio per i limiti del loro ruolo e del loro potere; fosse un cretino qualunque si potrebbe lasciar perdere e dimenticare, ma è un Prefetto. Cioè un funzionario nominato tramite concorso pubblico, ma con addosso inevitabilmente le stimmate del governo in carica, al quale deve render conto: quindi non è neutro, anche se crede di esserlo ( apolitico, apartitico) e nel contempo però rimane un dipendente stipendiato dall’apparato statale. Cioè al nostro servizio ( oddio non lo invidio).
Ormai ha poco da dire (fare, baciare, lettera, testamento…eh, ma poenitentiagite è fuori moda, anche perché quel che si avvicina non è il regno dei cieli ma al massimo la corte dei miracoli), all’interrogazione sulla vicenda risponderà il suo capo, in Parlamento, e probabilmente avremo un’altra esibizione circense, nuova ulteriore conferma di come l’aplomb dei ranghi governativi, inteso come deferenza costituzionale, sia andato da tempo a farsi friggere, e le movenze stilistiche da repubblica delle banane celino l’agonia della democrazia nata dal parto atroce del fascismo e della guerra. Boh, e pensare che il declino della monarchia asburgica è stato definito come “gaia apocalisse”, noi invece tramontiamo tra gli strilli rochi, le canzonacce e i costumi sbiaditi dei guitti di un carro di Tespi in viaggio verso la malora. Martina Luciani
Il fatto resta grave e aperto, per conto mio, per quanto riguarda la spiegazione sulla pregiudiziale per le precedenti opinioni espresse sulla prefettura, proprio per quello che dici tu . Ieri gli è stato detto chiaramente proprio questo.
Andrea Picco
Movimento delle Agende Rosse
LETTERA APERTA ALL’INDIRIZZO DEL PREFETTO DI GORIZIA GENESI DI UN MAL EVENTUM datato 21/3/2019
Gent.mo S.E. Dott. Massimo Marchesiello Le scriviamo pubblicamente per chiarire quanto accaduto attorno all’evento dello scorso 21 marzo, giornata che commemora le vittime della mafia, che avrebbe dovuto svolgersi in piazza Falcone e Borsellino nel Comune di Monfalcone. Le ricordo che l’evento era stato programmato dai presidi del Friuli Venezia Giulia, di Belluno, di Mantova e di Brescello e prevedeva la presenza di personalità che hanno contribuito alla lotta alle mafie e a coloro che hanno subito personalmente atti mafiosi. Per perfezionare tutte le richieste è stato dato l’incarico al sig. Benedetto Briguccia, rappresentante del presidio Agende Rosse di Monfalcone costituitosi proprio nelle scorse settimane, di presentare regolare domanda al Comune che è stata protocollata il giorno 8 gennaio per l’occupazione di piazza Falcone Borsellino, finalizzata alla manifestazione. Dopo 30gg, poiché la domanda era rimasta senza alcuna risposta, il sig. Briguccia si è recato presso il Comune per chiedere notizie della disponibilità della piazza in modo da per poter portare a termine l’organizzazione al meglio. Il capo di gabinetto della sindaca Cisint, dott.ssa Bonessi, lo ha informato che sia il Comune che la Prefettura avevano deciso di assumere su di loro la manifestazione di A.R. e gli hanno comunicato di rivolgersi direttamente a Lei per ottenere ulteriori chiarimenti. Come ricorderà i rappresentati di A.R. del FVG sono venuti presso la Prefettura di Gorizia. Durante questo incontro Lei, dopo aver letto il programma della manifestazione e la bozza del volantino esclama “ma qui è tutto pronto!”. Lei decide e ci comunica, unilateralmente, che la manifestazione avrebbe avuto il patrocinio del Comune di Monfalcone e della Prefettura e che l’organizzazione, gli inviti e la pubblicità rimanevano ad AR. Dobbiamo ammettere a posteriori, anche per nostra incapacità di comprendere e di imporci, che non avevamo capito che Lei e la sindaca Cisint ci stavate completamente togliendo la paternità della manifestazione. Quando Lei ci ha chiesto si quale “corrente politica” fossero i relatori e in particolare l’on. Serena Pellegrino siamo rimasti molto stupiti. Vogliamo precisare che per A. R. non ci sono e mai ci saranno preclusioni e pregiudiziali sulle appartenenze politiche tant’è che era nostra intenzione invitare, oltre all’on. Serena Pellegrino, l’on. Micillo del M5stelle, la sig. Catia Silva ex consigliera della Lega, la sig. Fiorenza Brioni ex sindaca di Mantova del PD. Sicuramente ricorderà che, appena successivamente a questo incontro, Lei telefonò al sig. Andrea Del Zozzo e, senza possibilità di discussione, ha posto il veto sulla partecipazione dell’on. Serena Pellegrino perché non gradita al Comune di Monfalcone per vicende accadute al Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca D’Isonzo. Non comprendiamo ancora quale sia il nesso tra CIE di Gradisca e Comune di Monfalcone ma, visto quali sono le azioni concrete che la Sindaca Cisint sta attuando in tema di immigrazione, possiamo dedurre che, visto che l’on. Pellegrino ha contribuito a denunciare i soprusi che accadevano nel centro che oggi vede un processo in corso con 42 indagati, tra cui i due Prefetti che l’hanno preceduta, possa dare un “po’ di fastidio”. A.R. di Udine e Monfalcone hanno deciso di denunciare la gravità del fatto coinvolgendo lo stesso ing. Salvatore Borsellino che, in qualità di fondatore Mov.AR, ci ha detto di non prestarsi a cedimenti e ricatti aggiungendo queste parole: “Il mio consiglio sarebbe quello di non accettare imposizioni di questo tipo”. Questo gliel’abbiamo comunicato espressamente per e-mail. Vista la sua risposta inoltrata per vie istituzionali in cui si davano le motivazioni di veto poste sulla sua persona, abbiamo ritenuto di comunicarlo all’On. Serena Pellegrino che, vista la gravità delle Sue affermazioni, ha provveduto a coinvolgere i Parlamentari suoi referenti che hanno ritenuto di presentare 2 interrogazioni , alla Camera e al Senato, al Min. degli Interni. Nel frattempo la Sindaca Cisint non ha ritenuto di comunicare per vie ufficiali il diniego o l’assenso dell’utilizzo della piazza e, solo dopo essere stato sollecitato tramite un messaggio informale di denuncia, il capo di gabinetto risponde via mail che non potevano comunicare con Agende Rosse perché il numero di telefono a disposizione non era corretto e aggiunge che A.R. del Friuli Venezia Giulia è stata completamente estromessa perché l’evento aveva preso un taglio “istituzionale”. Nonostante questo, come A.R., abbiamo ritenuto che dovessimo comunque commemorare quella giornata e ci siamo rivolti alla Questura per ottenere il permesso di occupazione della piazza Falcone Borsellino.La sera del 18 marzo Benedetto Briguccia è stato contattato telefonicamente dal Comune – evidentemente il numero era corretto – per perfezionare la concessione della piazza con ulteriori bolli del valore di 16 Euro. Recentemente veniamo a conoscenza che Lei sig. Prefetto, in data 14 marzo, ha inoltrato una mail di invito a quelli che erano diventati i suoi ospiti tra cui la ex sindaco di Mantova che essendo venuta a conoscenza della vicenda ha declinato l’invito e lei prontamente l’ha sostituita con la candidata a sindaco di Modena, la signora Cinzia Franchini. La sua mail era indirizzata, per conoscenza, ad A. R. di Mantova, non certo più a quelle di Udine e Monfalcone estromesse dall’organizzazione.. Nei giorni successivi Lei si è permesso di inoltrare l’invito alla manifestazione utilizzando anche il logo di Agende Rosse tant’è che abbiamo dovuto far intervenire la nostra segreteria nazionale per farLe togliere il logo che era stato apposto senza avere la nostra approvazione. Forse non saprà ma alla sig. Catia Silva, che ha contribuito a estromettere A. R. del Friuli Venezia Giulia, è stata tolta la possibilità di parlare a nome di A. R. poiché la stessa è in campagna elettorale. A noi, dei presidi Agende Rosse, non resta che dichiarare che i suddetti fatti hanno avuto svolgimento diverso rispetto a quanto da Lei affermato sia nel corso dei interventi televisivi e interviste radio e quotidiani, che durante l’incontro avvenuto con gli amministratori locali. Riteniamo che il Suo comportamento e le parole dette come rappresentante dello Stato abbiano infangato l’immagine della nostra associazione e sulla nostra civica e doverosa iniziativa, per tanto non ci resta che contestare Lei e la Sindaca Anna Cisint di Monfalcone, di averci sottratto la nostra iniziativa trasformandola in qualcosa di completamente diverso da quanto pensato inizialmente. Le contestiamo: di aver sottratto il nostro progetto dopo averlo svuotato del proprio contenuto: la commemorazione delle donne e degli uomini uccisi dalla Mafia, servendosi di due persone, la sig. Catia Silva di Brescello e la sig. Cinzia Franchini di Modena, che non avrebbero potuto rappresentare il Movimento delle Agende Rosse in quanto impegnate in campagna elettorale, di aver escluso l’on. Serena Pellegrino da noi proposta, contattata e disponibile a parlare della legge sui reati ambientali e delle vicende legate alle ecomafie, temi che lei stesso aveva ritenuto di suggerirci; le due motivazioni da Lei addotte via mail e a mezzo stampa, a supporto del Suo veto apposto alla presenza dell’on. Serena Pellegrino poiché arrecano un grave danno alla libertà democratica e generano un precedente mai accaduto nella storia della nostra Repubblica. Lei ha posto come discrimine il fatto che l’Onorevole in passato ha fatto valutazioni strutture governative anche su Gradisca, mettendo in discussione il mandato di un Parlamentare in carica, e che la stessa è inadatta a parlare a degli studenti delle superiori. A noi cittadini risulta che è fatto obbligo ai Parlamentari non solo fare valutazioni politiche sul Governo ma anche di denunciare allo stesso Governo, mediante opportuni atti di sindacato ispettivo, se si evidenziano delle irregolarità di cui lui stesso e responsabile. Anche la seconda valutazione per noi, come cittadini e come A. R., è gravissima e siamo qui a esprimere la nostra denuncia e soprattutto a chiederle quali sono le reali motivazioni per cui S.E. giudica l’On. Pellegrino inadatta a parlare a degli studenti. Lei dice pubblicamente che c’era il rischio di avere delle “coloriture politiche” che nel Suo ruolo non poteva permettersi. Noi di A.R. invece riteniamo che si debba dare voce a tutte le figure di qualsiasi colore politico siano purché mantengano vivo il dettato costituzionale, ma probabilmente a Lei sig. Prefetto solo le coloriture politiche di “sinistra” sono inagibili a un pubblico di studenti, quelle di destra invece sono ammesse visto che ha avvallato la presenza di due candidate in liste elettorali di evidente carattere politico. Inoltre riteniamo che Lei offenda da un lato la categoria degli studenti giudicandoli incapaci di possedere una coscienza critica e dall’altra l’On. Pellegrino di non essere in grado di dare a degli studenti il giusto peso del suo intervento; di aver dichiarato di voler dare un taglio apolitico e apartitico alla manifestazione. Le rammentiamo che le due relatrici, Catia Silva e Cinzia Franchini, peraltro in piena campagna elettorale, sono politiche e di centrodestra, come anche il sindaco della città ospitante (Monfalcone), mentre l’On. Pellegrino, che al momento non ricopre incarichi istituzionali, ha la grave onta evidentemente di essere una politica di sinistra. Di aver escluso dall’elenco dei relatori da noi proposti il sottosegretario dott. Salvatore Micillo anch’egli contattato e disponibile alla partecipazione e l’On. Sabrina De Carlo, membro della Commissioni Esteri del Parlamento anche lei disponibile a partecipare portando la sua esperienza di parlamentare operante sui temi esteri mafie ed ecomafie compresi. Eccellenza illustrissima, noi AR di Monfalcone, Pordenone, Belluno e di Udine, abbiamo come scopo la luce di verità e giustizia Le dichiariamo che non possiamo accettare comportamenti che vìolino la libertà e limitino la democrazia.
Rispettosamente le porgiamo Cordiali saluti
Benedetto Briguccia AR Monfalcone
Fabio Tamai AR Pordenone
Stefano de Barba AR Belluno
Andrea Del Zozzo AR Udine