Quante mense di bambini poveri si potevano pagare con ciò che è stato speso per il Congresso di Verona?
Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Nella città in cui qualche settimana fa si è celebrata la FAMIGLIA, in cui si è urlato a gran voce che il problema della nostra società è che non si fanno figli (in realtà che le donne non fanno figli), che divorzio e aborto sono le vere e uniche piaghe sociali dell’era contemporanea… A una bimba vengono dati tonno e cracker perchè i genitori non sono riusciti a pagare la mensa.
In un paese del primo mondo, un una regione ricca come il Veneto (meno ricca di qualche decennio fa ma pur sempre ricca), una bambina rimane indietro e ad aiutarla non ci pensa lo Stato, la maestra che organizza una colletta, le altre mamme e papà che si “autotassano”, ma ci pensa un CALCIATORE.
Mi sembra quasi una perculata. Lo avrà fatto per buon cuore? Per desiderio di visibilità? Poco importa ora, se la sua azione è servita a sbugiardare gli amministratori che (s)parlano di famiglia, di bambini, di futuro.
Ma dove vogliamo andare se permettiamo che a una bambina vengano serviti a pranzo tonno e cracker?
Lo Stato ne esce male, malissimo, ma noi non ne usciamo meglio. Dov’è quella rete sociale di aiuto reciproco che non molto tempo fa avrebbe permesso a una famiglia che non se la passa bene di non sentirsi umiliata?
Ho poche certezze, ma di sicuro porterei via i miei figli da una “scuola” che prima delle materie curricolari non insegna ai miei figli i valori di solidarietà e rispetto. Eleonora Sartori
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