“Casa rossa? Verde!”. Ieri sera mi è tornata in mente questa frase che avevo usato durante uno dei tanti confronti tra candidati sindaci due anni fa. E a farmi ritornare a quella frase è stato il bell’incontro sul futuro del parco Basaglia, ieri a San Rocco.
Basaglia, il manicomio, il confine, l’altro: è questo il tema della città, sul quale si sono consumati i drammi identitari del novecento. Tema che per paradosso, una volta reso manifesto dal grande psichiatra veneziano, è stato talmente ingombrante e “mostruoso” da non avere nessun interprete in grado di decodificarlo al di fuori dell’ambito della salute mentale, ossia nella vita “normale” e quindi nella politica e nell’amministrazione.
Ecco che allora, ieri sera, parlando di rigenerazione del parco Basaglia come di una riappropriazione della città di quello spazio di negazione dell’altro, dell’individuo “internato” che quindi non ha contatto con altro da sé, aleggiava lo spettro del grande altro, del confine, dell’oltrecortina. Ed è lì che mi è venuta in mente la frase su casa rossa.
Perché partendo da via Terza Armata, dalla zona che guarda caso si voleva adibire a centro commerciale, si potrebbe arrivare fino a Salcano con un grande parco transfrontaliero, trasformando anche l’orrendo parcheggio di casa rossa in area verde. Tutto insieme, Parco Basaglia il parco del sanatorio casa rossa il castello la Castagnevizza il Panovec: restituiremmo alla terra quello che l’uomo ha chiamato confine, separazione, odio. E avremmo un’unica città, Gorizia Nova Gorica Salcano e Sempeter, attraversata longitudinalmente da un grande polmone verde, che appartiene a tutti, italiani e sloveni, proprio perché non è proprietà di nessuno, se non del pianeta.
Sarebbe un’aria nuova, non solo simbolicamente: guarderemmo a un futuro insieme, dopo un secolo di lacerazioni. Andrea Picco
progetto affascinante e di grande valore ambientale, sociale e forse anche economico. è un progetto su cui fare grande politica e su cui ci si distingue. Complimenti, Andrea!
Grazie. È un progetto che avevamo pensato due anni fa, addirittura spingendoci a includere anche il parco coronini e il giardino viatori in un ideale Gorizia “verdissima”. Secondo me il significato più pregnante è però quello dell’eliminazione del confine attraverso la natura, leopardianamente indifferente all’uomo e alle sue sovrastrutture.
Non so perché è anonimo il commento. È mio. 🙂
Andrea Picco
Per la nostra Amministrazione già solo pensarla una cosa così è mission impossible. Grazie Andrea per questo scritto perchè è profondo, intelligente e all’avanguardia.
Complimenti per la proposta, Andrea!
Basaglia vive e dobbiamo ringraziare per questo gli organizzatori dell’ Assemblea Civica riunita ieri a san Rocco, gli operatori, tra cul il dott. Perazza, il prof. Pratali, le Associazioni, i volontari, i parenti e i pazienti. Viva il verde ma un po’ di rosso non fa male!